martedì 26 aprile 2011

La "MONTAGNA"!



Carissimi amici quest'anno voglio mandare a tutti voi il mio saluto da la cima della "Montagna".
Là sono ritornato dopo 50 anni di cammino per il "Mondo"
per salutarvi e ricordarvi con affetto per avermi accompagnato fino qui con la vostra amicizia fino al giorno del mio anniversario della consacrazione sacerdotale. Voglio anche con voi, riuniti in un virtuale incontro, ringraziare il Signore per avermi guidato fino qui con la sua misericordiosa presenza di un Padre e di una Madre. Già dai primi anni del mio servizio pastorale sono salito sulla"Montagna".
Di lassù, pieno di entusiasmo, ho offerto quel dono ricevuto nel giorno della mia consacrazione sacerdotale a tutte le persone che incontrai sul mio cammino. La “Montagna” è stata, ed è tutt'ora il luogo dell'incontro personale con il Signore nel silenzio della natura, dove ho provato l'emozione di una intimità che porto dentro il mio cuore fino ad oggi. Sono passati 50 anni da quel giorno in cui arrivai per la prima volta sulla “Montagna”. Lassù incontrai fratelli che mi accolsero...
Ero sconosciuto... Io non li conoscevo... Presto con la loro spontaneità e semplicità mi aiutarono a iniziare un dialogo aperto e sincero, di cui ancora ne conservo un grato ricordo. Furono loro che mi aiutarono a superare barriere educative che avrebbero compromesso quella umanità che mi spingeva a condividere la loro vita in una sincera e spontanea partecipazione. Fu molto utile per me rimanere per tre anni sulla "Montagna",

per mettere in pratica quello che mi era stato insegnato e continuai a meditare quei messaggi che il Signore mi aveva fatto conoscere. Dopo che scesi per alcune "centinaia di metri", mi trovai in mezzo a una nuova comunità, completamente differente. Lì si aprirono, davanti a me, nuovi orizzonti. Sentii forte il desiderio di vivere in mezzo ai ragazzi e i giovani, per aiutare loro ad avere la forza e la volontà di fare delle scelte coraggiose. Ringrazio ancora il Signore per l'esperienza di lavoro come camionista. Ma ringrazio ancor più il Signore per avermi fatto incontrare un uomo speciale lungo il cammino della mia vita: Dinelli Raffaello. Fu lui stesso che una sera mi chiese di fargli compagnia, come altre volte, nel suo lavoro alla guida del suo autotreno, mentre si beveva un caffè insieme nel piccolo bar del paese.
Egli mi invitò a provare la guida del suo camion. Io ero emozionato e molto imbarazzato. Avevo sempre visto gli autisti di camion come i piloti di un "Jumbo" (uno degli aerei più grandi del mondo ), e mai avrei pensato di essere anch’io capace di questo.
Mi costrinse quasi.!.. Allora tremante dall'emozione cominciai a guidare questo grande e lungo automezzo. In quel momento si aprì davanti a me un'altra strada.
La sognavo e la vedevo tanto chiara e luminosa che il giorno dopo ero già presso la "Autoscuola" per prende la patente per guidare il “camin”.Dopo tre mesi avevo già le 2 patenti, per guidare il camion e l'autotreno... Potevo guidare!!!! Ero un autista!..
Ma non mi fermai lì......
Andai a chiedere al mio vescovo Mons. Enrico Bartoletti, se mi permetteva di fare questa esperienza di lavoro. Non fu una cosa facile...
Era molto preoccupato e non ebbe il coraggio di accettare la mia richiesta. Aveva timore del giudizio della gente.
Pensava che sarei stato giudicato male: un "cattivo prete". Diverse volte, nel giro di tre mesi, tornai a chiedergli il consenso.... Ma fu negativo....! Si preoccupava troppo di come mi avrebbero giudicato gli altri.
Io tornavo a casa con la volontà di continuare a chiedere senza stancarmi. Finalmente dopo 4 volte mi concesse di provare. Andai con ll'impegno di ritornare dopo tre mesi a raccontargli la mia
esperienza.
Fui ben lieto di cominciare. Conoscendo il rischio che correva la mia vocazione sacerdotale, mi preparai con molta serietà e impegno, per non tradire la fiducia del mio Vescovo e per dare una testimonianza di onestà,rispetto e moralità.
Avvertivo sempre la presenza del Signore accanto a me che mi aiutava, tanto che ancora oggi non mi rendo conto: "Come ho potuto riuscire ad essere fedele".
! La mia discesa dalla "Montagna" continuò. Scesi ancora per 150 metri.
La strada del "Camionista" terminò. Continuai a lavorare come "carpentiere in ferro" nella nuova parrocchia di Monsagrati. Dopo pochi anni un'altra strada si aperse davanti a me: "La missione".... Stavo scendendo dalla "Montagna". Non mi ero ancora fermato!!...

Un missionario si trovava a Lucca per un periodo di vacanza. Lo invitai a parlare della "Missione" e della vita missionaria in un incontro con i giovani della mia parrocchia.
Tutti ascoltarono attenti, ma io sentii il desiderio di aiutare i missionari nel loro faticoso lavoro pastorale nella Diocesi di Rio Branco ( Brasile ). Così cominciai a percorrere la strada della Missione. Ho servito la missione tre mesi all'anno dal 1990 al 2001,
poi permanente dal 2002 al 2010. Così sono sceso ancora un poco dalla “Montagna, per camminare in mezzo alla foresta e le campagne della Missione, dove ho incontrato molte persone che mi hanno aiutato con la loro accoglienza, nella vita difficile dei viaggi missionari.
Da questa esperienza ho imparato molte cose riguardo al nostro lavoro pastorale, perla diminuzione sempre più numerosa dei sacerdoti, per accompagnare le Comunità parrocchiale della nostra Diocesi. So che è difficile modificare le nostre abitudini e le nostre tradizioni religiose. Ora quella montagna che avevo lasciato da 50 anni era sempre lassù!
L’ho ritrovata!! Era ad aspettarmi.... Così quel cammino che dividevo con le comunità cristiane della Missione, che ho dovuto interrompere, l’ho ripreso con le comunità parrocchiali della “Montagna” che mi aiutano a dimenticare il passato, anche se mi rimane viva molta nostalgia del “Ritorno”.

Ma ora è il tempo del risveglio dei laici di buona volontà che. insieme ai sacerdoti, aiutino la Comunità parrocchiali a riprendere il cammino di fede nell’ascolto della “Parola di Dio”
e nella celebrazione dell’Eucaristia, nella preghiera e nella pratica della carità, della giustizia e della solidarietà
Oggi ci rendiamo conto che siamo più cristiani per tradizione, che per vita, Abituati a pregare, preghiamo molto, ma il pensiero e il cuore è pieno di distrazioni per le mille preoccupazioni che ci circondano. Durante gli anni di vita missionaria ho incontrato modestia e semplicità di vita che mi hanno insegnato a contentarmi del necessario. Ho incontrato il sorriso e l’accoglienza che mi hanno aiutato nel cammino di ritorno..!!”. Così al risveglio di un mattino si sono presentate davanti a me nuove sfide che mi hanno obbligato a ritornare.

A volte la strada si chiude davanti a noi, e noi vorremmo continuare a camminare, ma con serenità e fiducia dobbiamo consegnare il nostro futuro nelle mani del Signore e tornare indietro!...
Ritornando ho incontrato la “Montagna che avevo lasciato da 50 anni. Avevo bisogno del suo silenzio..!.
Avevo bisogna di fermarmi e riflettere, per ringraziare il Signore per i doni che mi ha fatto in questi 50 anni di vita sacerdotale, anche se a qualcuno può sembrare un poco anomalo. Ringrazio gli amici e parenti che mi hanno accompagnato, anche da lontano, con la loro amicizia e fraternità. Prego il Signore per voi tutti, perché illumini il vostro cammino, e possiamo arrivare insieme in cima alla “Montagna”, per ricevere l’abbraccio del Signore..

Lucca 21 maggio 2011