giovedì 29 dicembre 2011

50° DI SACERDOZIO A CASTAGNORI

Carissimi fratelli. Eccomi qua dopo 50 anni di cammino per il mondo. Sono contento di celebrare questo mio straordinario evento insieme a tutti voi. Vi saluto con grande affetto e allegria. Vi abbraccio tutti, molto emozionati nel rivedervi qui, in questa piccola Chiesa, a me molto cara, perché mi ha visto nascere nel Battesimo,dove ho incontrato Gesù per la prima volta nel giorno della mia Prima Comunione e dove ho celebrato la mia primaMessa nel lontano 29 giugno 1961. Ritornando qui voglio ringraziare il Signore, insieme con voi 
per avermi accompagnato ogni giorno lungo questi 50 anni. La vostra presenza in questo 50° anniversario della mia consacrazione sacerdotale è motivo di commozione e di grande gioia. Voglio prima di tutto ringraziare il Signore, per avermi guidato fino qui con la sua misericordiosa presenza di un Padre e di una Madre. Già dai primi anni della mia vita sacerdotale, Palagnana è stata la mia prima Parrocchia. Era sconosciuta per me. Ma di lassù, pieno di entusiasmo giovanile, ho offerto quel dono ricevuto nella consacrazione 
sacerdotale a tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino. La "Montagna" è stata ed è tutt'ora il luogo del mio incontro personale con il Signore nel silenzio della natura, dove ho trovato l'emozione di una intimità che porto dentro il mio cuore fino ad oggi. "Sono passati 50 anni da quel giorno!!!" Lassù incontrai fratelli che mi accolsero… Ero sconosciuto:… Io no conoscevo nessuno,,, Presto con la loro spontaneità e semplicità mi aiutarono a iniziare un dialogo aperto e sincero, di cui ancora ne conservo un grato ricordo. Furono loro che mi aiutarono a superare barriere educative che avrebbero compromesso la mia vocazione. Furono essi che mi aiutarono a condividere i miei giorni in una sincera e spontanea fraternità. Fu molto utile rimanere per 3 anni su quella "Montagna", per mettere in pratica quello che mi era stato insegnato. Dopo 3 anni scesi per accompagnare una nuova 
Comunità parrocchiale, completamente differente: Lugliano. La spontaneità e sincerità che avevo vissuto, non trovò molto spazio nella nuova Comunità parrocchiale. Sognavo qualcosa che potesse attirare l'attenzione e l'interesse dei ragazzi e dei giovani. Prima cominciai con un "Doposcuola con i ragazzi. Quindi con i giovani cominciai una esperienza di Scoutismo", per aiutre quei giovani a fare delle scelte coraggiose senza aver paura di rischiare. E qui mi risuonano alla mente le parole del Beato Giovanni Paolo II Papa, rivolgendosi ai giovani in un Incontro mondiale della Gioventù: "Non abbiate paura, aprite, anzi spalancate le porte a Cristo…" Voglio ringraziare il Signore negli anni in cui ero a Lugliano, per  l'esperienza di lavoro di camionista
Ancor più per avermi fatto incontrare un uomo speciale: Dinelli Raffaello, che tutti chiamavano con il simpatico nome di "Baule". Fu lui stesso che una sera mi chiese di fargli compagnia nel suo lavoro. Egli mi invitò a provare la guida del suo camion. Io ero emozionato e molto imbarazzato. Avevo sempre visto gli autisti come piloti di un aereo e mai avrei pensato di essere capace di questo. Mi costrinse quasi…! Allora tremante dall'emozione cominciai a guidare questo grande e lungo automezzo. In quel momento si apri davanti  a me un'altra strada. La sognavo e la vedevo molto chiara e luminosa, che subito andai a prendere la patente. Dopo 3 mesi potevo guidare..! Ero un autista!! Chiesi al mio Vescovo Enrico Bartoletti, se mi permetteva di fare questa esperienza. Non fu facile!!!Egli era molto preoccupato… Temeva che fossi giudicato male. Diverse volte tornai a chiedere senza stancarmi. Finalmente un giorno mi concesse di provare. fui ben lieto di cominciare.. Conoscendo il rischio che correvo, mi preparai con molta serietà, per non tradire la fiducia del mio Vescovo e per dare una testimonianza di onestà,rispetto, moralità e fedeltà alla mia 
mia vocazione. Dopo 10 anni sono arrivato a Monsagrati, continuando a lavorare come carpentiere in ferro. Ma una strada si apriva davanti al mio orizzonte: "La Missione"! Non mi ero ancora fermato!.. Per 9 anni ho camminato per le strade della Missione in Amazonia nel mio servizio pastorale, celebrando, annunciando e evangelizzando, nelle piccole comunità rurale e della foresta. Lì ho incontrato grande accoglienza e generosità per accompagnarmi dei difficili viaggi missionari. Di questa esperienza ho portato con me un grande ricordo delle persone che mi hanno  accolto e ospitato, che ancora mi riempie di emozione e gioia. Per questo ho voluto che, in questo giorno solenne, due coppie di sposi fossero qui con me, per festeggiare con tutti, parenti e amici, questo momento di grazia e benedizione del Signore e li vorrei invitare qui accanto a me  per dar loro un fraterno abbraccio.


Pieve S. Stefano 30 luglio 2011

martedì 20 settembre 2011

DA LUCCA A VENEZIA - DOLOMITI


 Continuando il viaggio dei nostri amici brasiliani in visita in Italia, cominciamo la nostra ultima tappa ddi questa felice avventura turistica. Questa volta partiamo verso Venezia e le Dolomiti. Non poteva mancare una passeggiata romantica in gondola nei canali della città, per contemplare questo luogo così nuovo da sembrare fantastico. È impressionante ammirare questa città che emerge dall'acqua del mare con i suoi bellissimi palazzi medievali. Insieme al nostro amico Pierino Bianchi, che ci ha accompagnati, siamo arrivati con il battello, percorrendo il "Canal Grande", a Piazza San Marco. Questo è il luogo più affascinante della città di Venezia. La stupenda Basilica insieme al palazzo Ducale, sono la meta obbligatoria per portare a casa un ricordo di questa città conosciuta in tutto il mondo, perché costruita sopra l'acqua del mare .
Al nostro arrivo ci hanno quasi assaliti stormi di colombi che aspettavano di saziare la fame con manciate di grano turco offerto generosamente da visitatori per divertire grandi e bambini. Anche questi amici hanno portato con sé molti ricordi con foto che conserveranno gelosamente fra le cose più care della loro vita. Abbiamo ripreso il nostro viaggio dopo questa prima tappa, incamminandoci verso Udine e le "Dolomiti, dove ci stava aspettando un nostro grande amico:  Pietro Moratti con la sua sposa Sandra, per offrirci la loro generosa e accogliente ospitalitàTanti amici brasiliani che sono venuti in visita in Italia, sono stati ospiti dalla generosità di questa famiglia, dando a tutti l'impressione di essere a casa propria. Siamo stati alloggiati in una casa in mezzo alle montagne della "Càrnia". Ci siamo fermati tre giorni, per fare delle escursionie passeggiate in mezzo a quelle Valli, in cui il colore della roccia contrasta con il verde delle foreste di abeti. Tutte queste immagini creano un simpatico mosaico della natura.Un giorno Pietro Moratti insieme al il suo cugino Pierino, che ci accompagnava già da Lucca, hanno voluto accompagnarci a visitare un "Santuario del Madonna" che si trova in cima ad una montagna a 2500 mt. che si può raggiungere solo in "Funivia" o a piedi per un percorso che in inverno è preparato per trasformarsi in una pista di sci. È stato molto emozionante salire fin lassù.  
Ma più impressionante per questi giovani sposini è stata la discesa in funivia, che dava la sensazione di cadere nel vuoto. Lassù nel santuario abbiamo pregato e celebrato la messa con alcuni sacerdoti della comunità religiosa. Il bellissimo panorama che si osservava con i nostri occhi: fra neve, roccia e verde, ha lasciato una immagine della natura che difficilmente ci farà dimenticare la bellezza di quelle montagne. Ritornando verso il nostro "Rifugio", abbiano sostato presso un lago in mezzo a una valle tutta verde, dove ci siamo rifocillati con uno spuntino con pane, salame, prosciutto e formaggio pecorino, annaffiato con un buon bicchiere di vino friulano. Davanti a sole che si specchiava nell'acqua del lago abbiamo fatto anche un bel sonnellino per completare la nostra "Siesta". L'ora del ritorno si avvicinava, il solo stava quasi per tramontare. Abbiamo continuato sul cammino di ritorno con una nuova strada ancora sconosciuta, anche per visitare posti nuovi. Ma..! Cammina, cammina ci siamo trovati in "Slovenia" percorrendo una stretta strada, quasi deserta.  Con la speranza di incontrare il cammino che avevamo lasciato, finalmente siamo riusciti ad arrivare al nostro "Rifugio". Il giorno seguente abbiamo preparato i nostri bagagli e, dopo avere salutato questo caro amico che insieme alla sua sposa ci hanno fatto una gradita compagnia. Li abbiamo ringraziati con un grande e fraterno abbraccio  e abbiamo preso la via per tornare a Lucca


Pieve Santo Stefano 20 settembre 2011



venerdì 9 settembre 2011

DA LUCCA A ROMA!....

Ecco il secondo Capitolo del viaggio di nozze di questa coppia di amici in giro per l'italia: Marcos António e Karis. Dopo alcuni giorni trascorsi a Lucca, per conoscere la città e le persone che aspettavano per dare loro il "Benvenuto", abbiamo fatto una visita alla "Torre di Pisa", perché nessun turista che sarebbe venuto in Italia, non poteva ritornarsene a casa, senza passare da Pisa per ammirare questa "Torre pendente" e cercare di dare un aiuto per addrizzarla con la spinta delle braccia di migliaia di visitatori che arrivavano ogni giorno.
Sono stato molto felice di dare loro alloggio nella mia abitazione nella casa parrocchiale di Pieve S. Stefano. Nei giorni successivi siamo partiti per visitare Roma, insieme
anche agli amici che erano venuti da Rio Branco, per partecipare al mio 50° anniversario: Vamor e Helga.
Padre Gabriele ci aspettava per offrirci un alloggio presso la parrocchia dove stava, per partecipare a un corso di studio sulla "Sacra Scrittura".
Questi amici brasiliani hanno ricevuto una accoglienza meravigliosa alloggiando in casa di un uomo di 81 anni che ce lo aveva presentato Padre Gabriele all'arrivo a Roma. La nostra visita, purtroppo, è stata molto breve. Non avevamo la possibilità di rimanere a Roma più di 3-4 giorni. Appena arrivati, insieme a un amica di Padre Gabriele li abbiamo accompagnati a visitare i monumenti e i luoghi più famosi e più importanti della Storia di Roma: "Città eterna". Nel primo giorno abbiamo cominciato con la visita a San Pietro con la bellissima piazza. Continuando il nostro cammino siamo entrati nella chiesa e abbiamo visitato le tombe dei Papi.

Non è stato possibile visitare la tomba del Beato Giovanni Paolo II Papa, per la lunga fila di pellegrini che da molte ore aspettavano il loro turno per fare questa visita.
Noi abbiamo dovuto desistere per il poco tempo che avevamo a disposizione.
Attraversando il fiume "Tevere" abbiamo visto il famoso "Castel Sant'Angelo, dove il Papa nei secoli passati si rifugiava per sfuggire ai pericoli de nemici che lo minacciavano. Qui siamo stati raggiunti da una giovane brasiliana: Miriam Texeira che si era sposata in Italia e ora abitava proprio a Roma.

Insieme con i suoi tre figli ci ha fatto compagnia per alcune ore.Tutti insieme siamo arrivati a a "Piazza Venezia" e abbiamo ammirato il monumento al "Milite ignoto": ricordo di tutti i soldati che hanno perso la vita per difendere la "Patria". Percorrendo i "Fori imperiali": dove abbiamo visto grandi reperti storici della storia di Roma.
Siamo arrivati al "Colosseo": un monumento storico ricco di storiadi spettacoli e giochi, spesso conclusi con la vittoria con la morte del concorrente, che veniva ucciso con la spada davanti agli spettatori che applaudivano al valoroso vincitore con il segnale del dito pollice verso il basso...

Questo grande monumento rimane ancora nella storia, per essere stato teatro di spettacoli di ogni tipo per la classe nobile del popolo romano insieme all'Imperatore. Rimane nella storia anche per essere stato luogo, dove numerosi cristiani sono stati uccisi per essersi rifiutati di adorare l'Imperatore come l'assoluta Divinità. l'ultimo giorno, accompagnati da Padre Gabriele, abbiamo visitato la "Basilica di San Paolo", dove abbiamo incontrato anche il il luogo dove l'apostolo Paolo fu ucciso, decapitato con la spada. Tre sorgenti d'acqua ancora scorrono dove cadde la testa tagliata dell'Apostolo. Per questi amici di Rio Branco la visita a Roma è stata l'esperienza più bella e emozionante che hanno fatto in questo viaggio, visitando l'Italia.

Lucca 12 settembre 2011

sabato 3 settembre 2011

:DA BUJARI A LUCCA

Voglio raccontare in "Quattro puntate", in questo mio "Blog", la storia di due giovani sposi che abitano nella mia parrocchia che ho lasciato al mio ritorno in Italia. Marcos Antonio e Karis Renata, sposi novelli di cui ho celebrato il loro matrimonio nel maggio dell'anno scorso 2010 nella nuova chiesa parrocchiale di Bujarì, prima di ritornare definitivamente a Lucca.
Con la morte improvvisa del padre di Karis sono successe alcune cose per cui un poco tutti gli amici si sono prestati per dare un aiuto e un sostegno economico a Karis, per poter continuare a frequentare l'università con la quale era già in debito.

Così è nata da parte di tutti noi e anche da persone di Lucca, un rapporto di amicizia e di solidarietà . Sognavano di celebrare fra breve tempo loro il matrimonio, prima che io tornassi in Italia. Però io avevo già deciso di ritornare, perché fui cambiato di parrocchia e il mio trasferimento mi creò molte difficoltà, perché non incontrai nulla per poter rimanere e per accompagnare da vicino le comunità e per me cominciava a preoccuparmi la distanza per raggiungere la parrocchia, che distava a circa 60 km. e altri disagi che incontrai per la mancanza completa di una stanza dove potevo riposarmi e un bagno per rinfrescarmi al ritorno dei viaggiper visitare le comunità della Zona Rurale e della foresta. Ero anche molto preoccupato per ritornare solo a casa di notte lungo le strade poco sicure....
Avrebbero avuto molto dispiacere, se io non fossi stato presente per celebrare il loro matrimonio. Anch'io decisi allora di ritardare il mio rientro a Lucca e rimasi ancora 6 mesi per partecipare a questo evento così importante per loro.Promisi di celebrare il loro matrimonio molto volentieri che da quel momento li ho adottati spiritualmente come due "figli".

Volevo anch'io far loro il mio "Regalo di Nozze", perché si ricordassero di questo "Papà" che li vuole accompagnare ogni giorno con molto affetto. Volevo che viaggiassero insieme con me nel mio viaggio di ritorno a Lucca, per accompagnarli a visit
are e conoscere persone e luoghi della nostra Italia. Però non è stato possibile. Non potevano venire con me, perché karis non poteva lasciare l'università in quei giorni e Marcos non poteva avere le ferie.
Allora li invitai a preparare il viaggio per l'anno seguente, quando avrei celebrato il mio 50° annodi sacerdozio. Furono molto contenti di poter venire in questo anno 2011 e partecipare a questo mio straordinario evento. Il giorno 16 giugno di questo anno 2011 sono andato all'aeroporto di Pisa a riceverli. Sono arrivati con a una coppia di amici carissimi, Valmor e Helga, che erano venuti per partecipare, insieme a parentie amici, a questo mio 50° anniversario di sacerdozio. Certamente l'arrivo fu molto emozionante!
Al vedere apparire questi questi due giovani sposi "figli di adozione", mi sono riempito di gioia e nell'abbraccio ci siamo sentiti molto vicini nel pensiero, nel cuore e nella vita. Penso che questi miei due "figli" continueranno ad essere sempre nel mio pensiero.Qui finisce il primo capitolo della "Storia del "Viaggio di nozze di Marcos António e Karis Renata".

Pieve S. Stefano 05 settembre 2011





martedì 30 agosto 2011

MISSINARIO A LUCCA

Alcuni mesi dopo il mio ritorno a Lucca dalla Missione in Acre( Brasile ), mi sono sentito un poco smarrito. Sentivo dentro di me un poco di solitudine. Quasi improvvisamente avevo lasciato le Comunità delle parrocchie di Porto Acre e "Vila do Incra". Le Comunità che visitavo ogni settimana non c'erano più. Non facevo più i miei viaggi missionari di 2 o 3 giorni. I contatti con gli amici di Lucca, con la distanza, erano diventati più rari. Dovevo cominciare a riprendere i contatti con molte persone che avevo lasciato, quando partii per la "Missione". È vero che non mi ero dimenticato di loro,ma molto il tempo e la distanza, non mi di incontrarli facilmente, se non una volta all'anno,quando ritornavo per un periodo di vacanza. Avendo molto da fare per sistemare la mia casa, non avevo molto tempo di andare a fare qualche visita, per riprendere i miei contatti del tempo passato.Ora abito presso la chiesa della Pieve di S. Stefano a Lucca.Da qui parto per svolgere il mio lavoro pastorale nelle Comunità parrocchiali di Convalle, Piegaio, Pescaglia,Pascoso, San Rocco e Focchia nella Zona del Comune di Pescaglia. A dire la verità fin dalle prime settimane mi sono messo a disposizione del mio Vescovo per servire le Piccol parrocchie di questa Zona, che era sprovvista di sacerdoti. Dopo due settimane cominciai a provare una piacevole sensazione: mi sembrava di essere ritornato a fare il missionario, ma in maniera più ristretta, più facile e più familiare. Cominciai a sperimentare lo stesso clima di dialogo familiare che vivevo nel tempo che visitavo le Comunità della Zona Rurale e della Foresta. Qui ho inteso confermare questa differenza dalle grandi parrocchie e dei centri urbani. Rapidamente mi sono sentito in mezzo a questa gente come negli anni della missione. Così ho accettato volentieri di continuare in questa Zona della nostra diocesi di Lucca, ma anche è rimasta viva in me la nostalgia delle Comunità missionarie che da pochi mesi avevo lasciato. Sono contento,
anche se devo fare tanti km. per raggiungere queste Comunità Parrocchiali per celebrare con loro la messa nella domenica e così santificare insieme il "Giorno del Signore". Durante la Visita
Pastorale in queste piccole parrocchie del mio Vescovo Italo Castellani, mi ha domandato:"Come va?" Io ho risposto serenamente: "Fin che c'è salute, c'è speranza!". Ora però, trovandomi in mezzo a queste 6 comunità parrocchiali, vorrei realizzare un sogno che porto dentro nel mio cuore già da 15 anni!... Da diversi anni le piccole Parrocchie non hanno più il sacerdote che celebri insieme ai fedeli la messa ogni domenica. Un sacerdote deve far fronte alle necessità, quasi correndo da una parrocchia all'altra, senza avere il tempo nemmeno di fermarsi 5 minuti per salutare la gente, o ascoltare qualcuno che ha bisogno di una risposta a qualche domanda.
C'è bisogno della collaborazione dei laici per accompagnare la Comunità nelle celebrazioni: (Novena, Via Crucis, il Rosario e anche la celebrazione della Parola di Dio alla domenica, quando il sacerdote non può essere presente. Io non voglio che la Chiesa della Comunità parrocchiale rimanga chiusa alla domenica per l'assenza del sacerdote. I fedeli delle nostre Comunità parrocchiali che collaborare con il sacerdote, non tolgono al sacerdote il compito di presiedere sempre qualunque celebrazione, quando è presente. Però bisogna che i laici collaborino per rendersi disponibili, ognuno nelle propria parrocchia, per guidare la liturgia e le celebrazioni, quando il sacerdote no può essere presente.
Alla domenica la Chiesa deve essere aperta, e la Comunità è chiamata a riunirsi per pregare e così santificare in un clima di comunione e fraternità i il "Giorno del Signore". Sarà faticoso e difficile riuscire a far comprendere questo compito, che è un invito per tutti i cristiani che fanno parte della Chiesa di Cristo, per portare a tutti il messaggio del Vangelo: "Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo a tutte le creature..." Perciò tutti siamo chiamati... Non possiamo continuare a rimanere solo ad ascoltare.

Pieve S. Stefano 31 Agosto 2011

martedì 26 aprile 2011

La "MONTAGNA"!



Carissimi amici quest'anno voglio mandare a tutti voi il mio saluto da la cima della "Montagna".
Là sono ritornato dopo 50 anni di cammino per il "Mondo"
per salutarvi e ricordarvi con affetto per avermi accompagnato fino qui con la vostra amicizia fino al giorno del mio anniversario della consacrazione sacerdotale. Voglio anche con voi, riuniti in un virtuale incontro, ringraziare il Signore per avermi guidato fino qui con la sua misericordiosa presenza di un Padre e di una Madre. Già dai primi anni del mio servizio pastorale sono salito sulla"Montagna".
Di lassù, pieno di entusiasmo, ho offerto quel dono ricevuto nel giorno della mia consacrazione sacerdotale a tutte le persone che incontrai sul mio cammino. La “Montagna” è stata, ed è tutt'ora il luogo dell'incontro personale con il Signore nel silenzio della natura, dove ho provato l'emozione di una intimità che porto dentro il mio cuore fino ad oggi. Sono passati 50 anni da quel giorno in cui arrivai per la prima volta sulla “Montagna”. Lassù incontrai fratelli che mi accolsero...
Ero sconosciuto... Io non li conoscevo... Presto con la loro spontaneità e semplicità mi aiutarono a iniziare un dialogo aperto e sincero, di cui ancora ne conservo un grato ricordo. Furono loro che mi aiutarono a superare barriere educative che avrebbero compromesso quella umanità che mi spingeva a condividere la loro vita in una sincera e spontanea partecipazione. Fu molto utile per me rimanere per tre anni sulla "Montagna",

per mettere in pratica quello che mi era stato insegnato e continuai a meditare quei messaggi che il Signore mi aveva fatto conoscere. Dopo che scesi per alcune "centinaia di metri", mi trovai in mezzo a una nuova comunità, completamente differente. Lì si aprirono, davanti a me, nuovi orizzonti. Sentii forte il desiderio di vivere in mezzo ai ragazzi e i giovani, per aiutare loro ad avere la forza e la volontà di fare delle scelte coraggiose. Ringrazio ancora il Signore per l'esperienza di lavoro come camionista. Ma ringrazio ancor più il Signore per avermi fatto incontrare un uomo speciale lungo il cammino della mia vita: Dinelli Raffaello. Fu lui stesso che una sera mi chiese di fargli compagnia, come altre volte, nel suo lavoro alla guida del suo autotreno, mentre si beveva un caffè insieme nel piccolo bar del paese.
Egli mi invitò a provare la guida del suo camion. Io ero emozionato e molto imbarazzato. Avevo sempre visto gli autisti di camion come i piloti di un "Jumbo" (uno degli aerei più grandi del mondo ), e mai avrei pensato di essere anch’io capace di questo.
Mi costrinse quasi.!.. Allora tremante dall'emozione cominciai a guidare questo grande e lungo automezzo. In quel momento si aprì davanti a me un'altra strada.
La sognavo e la vedevo tanto chiara e luminosa che il giorno dopo ero già presso la "Autoscuola" per prende la patente per guidare il “camin”.Dopo tre mesi avevo già le 2 patenti, per guidare il camion e l'autotreno... Potevo guidare!!!! Ero un autista!..
Ma non mi fermai lì......
Andai a chiedere al mio vescovo Mons. Enrico Bartoletti, se mi permetteva di fare questa esperienza di lavoro. Non fu una cosa facile...
Era molto preoccupato e non ebbe il coraggio di accettare la mia richiesta. Aveva timore del giudizio della gente.
Pensava che sarei stato giudicato male: un "cattivo prete". Diverse volte, nel giro di tre mesi, tornai a chiedergli il consenso.... Ma fu negativo....! Si preoccupava troppo di come mi avrebbero giudicato gli altri.
Io tornavo a casa con la volontà di continuare a chiedere senza stancarmi. Finalmente dopo 4 volte mi concesse di provare. Andai con ll'impegno di ritornare dopo tre mesi a raccontargli la mia
esperienza.
Fui ben lieto di cominciare. Conoscendo il rischio che correva la mia vocazione sacerdotale, mi preparai con molta serietà e impegno, per non tradire la fiducia del mio Vescovo e per dare una testimonianza di onestà,rispetto e moralità.
Avvertivo sempre la presenza del Signore accanto a me che mi aiutava, tanto che ancora oggi non mi rendo conto: "Come ho potuto riuscire ad essere fedele".
! La mia discesa dalla "Montagna" continuò. Scesi ancora per 150 metri.
La strada del "Camionista" terminò. Continuai a lavorare come "carpentiere in ferro" nella nuova parrocchia di Monsagrati. Dopo pochi anni un'altra strada si aperse davanti a me: "La missione".... Stavo scendendo dalla "Montagna". Non mi ero ancora fermato!!...

Un missionario si trovava a Lucca per un periodo di vacanza. Lo invitai a parlare della "Missione" e della vita missionaria in un incontro con i giovani della mia parrocchia.
Tutti ascoltarono attenti, ma io sentii il desiderio di aiutare i missionari nel loro faticoso lavoro pastorale nella Diocesi di Rio Branco ( Brasile ). Così cominciai a percorrere la strada della Missione. Ho servito la missione tre mesi all'anno dal 1990 al 2001,
poi permanente dal 2002 al 2010. Così sono sceso ancora un poco dalla “Montagna, per camminare in mezzo alla foresta e le campagne della Missione, dove ho incontrato molte persone che mi hanno aiutato con la loro accoglienza, nella vita difficile dei viaggi missionari.
Da questa esperienza ho imparato molte cose riguardo al nostro lavoro pastorale, perla diminuzione sempre più numerosa dei sacerdoti, per accompagnare le Comunità parrocchiale della nostra Diocesi. So che è difficile modificare le nostre abitudini e le nostre tradizioni religiose. Ora quella montagna che avevo lasciato da 50 anni era sempre lassù!
L’ho ritrovata!! Era ad aspettarmi.... Così quel cammino che dividevo con le comunità cristiane della Missione, che ho dovuto interrompere, l’ho ripreso con le comunità parrocchiali della “Montagna” che mi aiutano a dimenticare il passato, anche se mi rimane viva molta nostalgia del “Ritorno”.

Ma ora è il tempo del risveglio dei laici di buona volontà che. insieme ai sacerdoti, aiutino la Comunità parrocchiali a riprendere il cammino di fede nell’ascolto della “Parola di Dio”
e nella celebrazione dell’Eucaristia, nella preghiera e nella pratica della carità, della giustizia e della solidarietà
Oggi ci rendiamo conto che siamo più cristiani per tradizione, che per vita, Abituati a pregare, preghiamo molto, ma il pensiero e il cuore è pieno di distrazioni per le mille preoccupazioni che ci circondano. Durante gli anni di vita missionaria ho incontrato modestia e semplicità di vita che mi hanno insegnato a contentarmi del necessario. Ho incontrato il sorriso e l’accoglienza che mi hanno aiutato nel cammino di ritorno..!!”. Così al risveglio di un mattino si sono presentate davanti a me nuove sfide che mi hanno obbligato a ritornare.

A volte la strada si chiude davanti a noi, e noi vorremmo continuare a camminare, ma con serenità e fiducia dobbiamo consegnare il nostro futuro nelle mani del Signore e tornare indietro!...
Ritornando ho incontrato la “Montagna che avevo lasciato da 50 anni. Avevo bisogno del suo silenzio..!.
Avevo bisogna di fermarmi e riflettere, per ringraziare il Signore per i doni che mi ha fatto in questi 50 anni di vita sacerdotale, anche se a qualcuno può sembrare un poco anomalo. Ringrazio gli amici e parenti che mi hanno accompagnato, anche da lontano, con la loro amicizia e fraternità. Prego il Signore per voi tutti, perché illumini il vostro cammino, e possiamo arrivare insieme in cima alla “Montagna”, per ricevere l’abbraccio del Signore..

Lucca 21 maggio 2011

mercoledì 5 gennaio 2011

DALL'ACRE ALL'ITALIA 2° Capitolo


Durante il viaggio in Italia mancavano ancora alcune visite al nostro amico Edney Santiago Batalha, insieme con la sua famiglia. Allora, sempre accompagnati da Don Luigi, sono partiti per il Nord -Italia,per visitare la città di Venezia e le montagne nella Provincia di Udine, per gustare anche lo spettacolo che la neve offre in questo periodo di inverno. Così in questo viaggio voleva visitare la famiglia di Moratti Pietro che lo aveva ospitato insieme ad altri brasiliani che parteciparono al "G.M.G." (Incontro mondiale della gioventù)" a Colonia nel 2005. L'arrivo a Venezia ha provocato in Angelina una emozione particolare. Aveva sentito parlare di questa città, dove gli innamorati se ne vanno lungo i canali della città in gondola, guidata da un gondoliere nella sua divisa caratteristica da cerimonia. L'immagine della città, tutta sospesa sull'acqua come sopra una grande palafitta, ha destato molta impressione da domandarsi:"Come possono gli edifici con le chiese e campanili, insieme alle grandi costruzione, rimanere in piedi in mezzo all'acqua. La visita alla chiesa di S. Marco con il PalazzoDucale hanno concluso la visita. Intanto la passeggiata nella grande piazza di S. Marco è stata animata da un grande stormo di piccioni che assaltavano qualunque turista che volva dare da mangiare qualche manciata di granturco. Così anche questi visitatori venuti da Bujarì, hanno portato con sé un poco di granturco, per governare i piccioni. Appena hanno visto il granturco, i piccioni hanno volato su di loro, posandosi sui bracci , sulle spalle e anche sulla testa, per rubare qualche chicco di granturco ancora chiuso in un piccolo sacchetto. In fondo è stata un piacevole momento, anche se era necessario difendersi da questi animali così aggressivi e prepotenti. Dopo la visita a Venezia, hanno proseguito il loro viaggio verso Udine, a Campomolle, ospiti della famiglia di PietroMoratti. Anche in questo viaggio Edney ha voluto rendere partecipe la sua sposa Angelina, dopo la visita nell'agosto dell'anno 2005, di quello che questa famiglia molto generosa e ospitale gli aveva offerto. Sono stati ospitati per tre giorni, insieme a Don Luigi, che li aveva accompagnati con la macchina. Pietro Moratti li ha accompagnati a vedere la neve fino in cima al valico di una montagna coperta di neve. Appena arrivati sulla neve Júlia ha cominciato a camminare sulla neve prendendo in mano qualche palla di neve per gettarla addosso a suo padre e sua madre. Così è nata una piccola guerra a "palle di neve". Alla fine hanno fatto anche un pupazzo di neve con cui hanno scattato diverse fotografie che faranno ricordare questo momento molto particolare. Tornando dalla montagna hanno salutato Pietro la figlia Barbara e nipote Chanel con un grande e affettuoso abbraccio di ringraziamento, per tutto quello che è stato loro offerto e hanno preso la via del ritorno a Lucca. Il tempo della visita in Italia stava per finire. Dopo aver fatto gli ultimi acquisti, per portare alcuni ricordi a casa, hanno cominciato a preparare le valige, per verificare, se tutto entrava nelle valige, per poterle finalmente chiudere. Dopo avere salutato Mario e Oliva che li hanno ospitati in questo tempo trascorso in Italia e dopo aver salutato anche la famiglia di Piero e Rosa, hanno caricato le valige e, insieme a Don Luigi sono partiti per fare l'ultima visita a Roma. Non potevano tornare a Bujarì senza visitare Roma. Per mezzo di Padre Gabriele che ha procurato loro un alloggio, hanno potuto fare una breve visita di due giorni alla capitale d'Italia. Sono stati accompagnati da un amico di P. Gabriele che li ha guidati per una visita a Piazza S. Pietro, il Colosseo e Piazza Navona, dove hanno incontrato anche l'ambasciata del Brasile. Con la visita alla famosa "Fontana di Trevi" hanno concluso la visita a Roma. Quindi al mattino del 18 di NovembreDon Luigi li ha accompagnati all'aeroporto di Fiumicino. Nell'abbraccio di addio, Don Luigi ha voluto augurare un" buon ritorno a casa" e ha chiesto loro di conservare un buon ricordo di questa visita. Se avranno il desiderio di ritornare un giorno a rivedere l'Italia e rivivere quei piacevoli momenti trascorsi in questo tempo di vacanza, si ricordino che hanno lasciato degli amici che avranno il piacere di accoglierli di nuovo nella propria casa.
Lucca 05/01/2011