martedì 25 luglio 2017

"Il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi"

 (Gv 1, 14). Dio divenne oggetto del nostro ricordo, del nostro pensiero e della nostra stessa immaginazione.
 Se egli non fosse venuto in mezzo a noi, che idea si sarebbe potuto fare di Dio l'uomo, se non quella di un idolo, frutto di fantasia?  Sarebbe rimasto incomprensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto  inimmaginabile. Invece ha voluto essere compreso, ha voluto essere veduto, ha voluto essere immaginato. Dirai: Dove e quando si rende a noi visibile? 


 Sarebbe rimasto incomprensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto inimmaginabile. Invece ha voluto essere compreso, ha voluto essere veduto, ha voluto essere immaginato. Dirai: Dove e quando si rende a noi visibile? Appunto nel presepio, in grembo alla Vergine, mentre predica sulla montagna, mentre passa la notte in preghiera, mentre pende sulla croce e illividisce nella morte, o anche quando risorge il terzo giorno e mostra agli apostoli le trafitture dei chiodi, quali segni di vittoria, e, finalmente, mentre sale al cielo sotto i loro sguardi.
 Non è forse cosa giusta, pia e santa meditare tutti questi misteri?


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sabato 15 luglio 2017

Gesù con una tenerezza incredibile ci invita tutti quanti! Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”,
Dal peso della legge: perché ti faceva sentire sempre in colpa, sempre in debito, sempre lontano da Lui.
Io sarò quello che vi darà fiato.
Dall’oppressione di certe regole religiose che ci incatenano, che ci condannano dopo certi errori. Quando un uomo non riesce a smettere di bere: ce la mette tutta, ma non ce la fa! Forse la sua volontà è stata è troppo debole… Quando una donna abbandonata dal marito, ha due figli adolescenti
si accorge che le è difficile a volte essere dura su certe scelte dei figli . Allora sente su di sé la colpa, oppressa dal peso di essere una cattiva madre.Dall’oppressione che opprime un uomo o una donna sfruttati dal suo datore di lavoro, quando un padre di famiglia con l'acqua alla gola, che ha una famiglia da portare avanti, ansioso e nervoso, si sente incapace di  provvedere alla propria famiglia si deprime, o s'arrabbiano da morire 

IL SEMINATORE
In questa domenica  Gesù ci accmpagna per fare una passeggiata nei campi...
È come un Seminatore che vuole cominciare a seminare… !? Cerca il terreno, perché deve seminare molta semente. Lui non guarda dove è più conveniente lo vuole gettare dovunque. Come un comune semintore sparge a destra e a sinistra la seme, senza rendersi conto dove cade. La semina deve essere generale su tutti i tipi di terreno. 
Ci sono quattro terreni: La strada, I sassi, Le spine, Il terreno buono.
Gesù racconta questa parabola, innanzitutto per chi era venuto ad ascoltarlo: "Siete venuti qui in tanti!   Tutti riceveranno il seme della parola di Dio, ma molte “parole” cadranno nel vuoto,  e in molti non germoglieranno. Dove cresceranno, però, faranno meraviglie: produrranno frutti, dove il 30, dove il 60, dove il 100….
Gesù dice questa parabola per chi ha davanti a sé. 
      Pensa: “Qualcosa riuscirà ad attecchire”? Non vuole pretendere che la “Parola di Dio” raggiunga tutti e le ascoltino riconoscenti. Molte delle sue “Parole” le porterà via il vento, non per colpa sua (seminatore); dipende da chi le ascolta ( dai terreni). Poi se ne sta in attesa,  perché sa che non tutto dipende da Lui".
Abbiamo oggi nel Vangelo:”Un Seminatore e 4 tipi diversi di terreno. 
    Sono il seminatore e mi chiedo: “Come reagisco quando faccio tanto, mi do da fare e non succede niente?  Vi è mai successo, di trovarvi a “seminare”, dare, aiutre, amare e vedete che nulla nasce?
     Io sono il seme e mi chiedo: "Dove sono caduto? Quando sono nato, in quale terreno sono cresciuto ? “Dove vivo, o dove lavoro che terreno è”?  E' un terreno, che farà germogliare il mio seme? O lo farà morire? 
Oggi in che terreno vivo?  Se vivo nella strada o fra i sassi, fra le spine, come posso essere produttivo?
Non tutte le condizioni, di vita ci rendono fertili, felici,  e produttivi. 
Se sono il seme mi chiedo: “Che tipo di seme sono? Qual è il mio frutto ? Che cosa devo far per produrre e portare frutto? 
Qual è il terreno che mi può far nascere? Non dappertutto si può nascere. Solo certi terreni permettono di nascere, mettere radici, crescere, maturare e produrre. 
"Che tipo di terreno sono io?" Gesù ci vuol dire che di fronte al (seme), il (terreno) reagisce in maniera diversa.
Qui tutti voi ora ascoltate lo stesso vangelo. La Parola viene ascoltata da tutti, ma non produrrà lo stesso effetto in tutti.
Alcuni andranno a casa e non si ricorderanno nulla. C'erano in chiesa; non si sa dove fossero con il pensiero… Erano altrove. E' la strada.
Alcuni andranno a casa un po' ricaricati e rigenerati, un po' liberati dai problemi e un po' risollevati. Ma fra qualche giorno si sentiranno come prima: vuoti, tristi e con gli stessi problemi e gli sessi errori: “Vanno in  chiesa da una vita e sono sempre uguale!”. Sono i sassi.
Altri saranno toccati nel cuore e desiderosi di vivere ciò che hanno sentito, ma le provocazioni, la pressione, il giudizio degli altri è troppo forte: "Ma credi ancora a queste cose?  Parlano tanto ma la vita è un'altra cosa". E così il germoglio nato morirà. Sono le spine.
Alcuni nvece, saranno toccati nel cuore e nella mente, usciranno da qui e non saranno più come sono entrati. Saranno uomini e donne diverse.
   E' il terreno buono.
Eppure il Vangelo è lo stesso. Ma le persone non sono le stesse.
Il Vangelo è uguale per tutti, ma le credenze, le chiusure, i blocchi, i pregiudizi delle persone no.!
    Un Maestro sa benissimo che il suo insegnamento è uguale per tutti. Ma sa benissimo che è il terreno che fa la differenza.
Un ragazzo, dove i genitori litigano, ha un terreno meno adatto. 
Un ragazzo con un  padre violento che picchia, ha un terreno per niente adatto. Il ragazzo che vive il trauma per la morte di un genitore ha un terreno sterile per il lutto. Il ragazzo, dove in famiglia c’è armonia, gioia e amore e condivisione, ha un terreno che produrrà frutto.                                        
    Un sacerdote sa benissimo, quando parla dell’amore di Dio che è misericordioso, perdona e accoglie sempre e tutti.
 Dio è in effetti uguale per tutti, ma in realtà è totalmente diverso a seconda di che  lo ascolta. Non è il seme che conta ma il terreno.
Gesù accoglie e ama ciascuno di noi, ama anche se non portiamo frutto in ogni settore della vita. Gesù ci ama anche se in alcuni momenti siamo proprio aridi, ma ci impegnamo ad essere più accoglienti  e vedere che la nostra vita ha un senso, ha uno scopo al di là dei fallimenti e insuccessi della nostra aridità

mercoledì 16 ottobre 2013

LA "MADONNA" O LE "MADONNE"?!


Con questo nome tutti noi ricordiamo la Vergine Maria, Madre del nostro Redentore, Gesù Cristo. Ogni Parrocchia che veniva creata, formando una grande comunità di fedeli che si riunivano alla domenica, giorno del Signore, hanno scelto un Santo come "Patrono".
Alcune hanno scelto Santi più conosciuti, altre dei santi più invocati, altri più famosi per le grazie ottenute in favore dei fedeli. Ci sono state alcune parrocchie, e ce ne sono ancora, che già da antica tradizione hanno scelto La Vergine Maria SS. la Madre di Gesu, 
con un titolo particolare come "Madre del buon consiglio", "Madre della consolazione", "Madre della misericordia", "Nostra Signore del S. Rosario", "Regina della pace", e così via… Accade che, con il passare degli anni, queste immagini sacre hanno bisogno di restauri. 

Tutti i fedeli desiderano curare queste immagini, rendendole più splendenti di luce agli occhi di tutti. A volte la devozione si manifesta nel conservare l'immagine, senza sentire il
desiderio di invocare la loro protezione sulle nostreComunità, nei momenti particolari per rinnovare la fede e acclamare e esaltare questi santi Patroni, perché intercedano presso il Signore Dio. In questo "ANNO della FEDE", indetto da PAPA FRANCESCO per tutta la chiesa cattolica sparsa nel Mondo, anche nella nostra Unità Pastorale di Pescaglia, avevo desiderato che ci accompagnasse la nostra Madre Celeste che veneriamo nel Piccolo e modesto Santuario delle "SOLCA" Patrona di tutta la Comunità civile di Pescaglia con il titolo di "MADRE DELLA CONSOLAZIONE".

 Con la visita della sua immagine come una "pellegrina, una domenica in ogni Parrocchia in questo mese di settembre, proposi questa iniziativa per rinnovare la nostra fede e riavvicinarci a Gesù che ancora continua a dispensare i suoi doni con la pazienza di un Padre verso i suoi figli. Si sarebbe terminato questo pellegrinaggio con la solenne celebrazione della la festa de S. Rosario a Pescagli il 6 ottobre prossimo 2013. Come più volte noi siamo andati, come pellegrini, a visitare la SS. Vegine Maria nel Santuario delle "Solca", così avrei desiderato invitarla come Pellegrina per visitare le nostre Comunità parrocchiali, per trattenerci un giorno con Lei, per lodarla e ringraziarla per la sua materna protezione su di noi. Questo si sarebbe attuato durante il mese di settembre. Purtroppo ci sono state diverse opinioni per scegliere l'immagine della Madonna "particolare" che veneriamo nelle nostre chiese parrocchiali. Qualcuno ha domandato: "Quale "Madonna" scegliamo? Noi abbiamo la nostra "Madonna". Possiamo pregare la "Madonna che abbiamo nella "nostra Chiesa". Da una parte ci rendiamo conto che con tante Immagini della nostra Cara Vergine Maria, a volte non sappiamo quale "Madonna" invocare perché venga in aiuto dei nostri bisogni. Ma la "Madonna delle Solca" era l'immagine più venerata ed era stata scelta come Patrona della Comunità civile, dopo che è stata visitata da tante mamme dei militari che si trovavano a combattere durante la II Guerra Mondiale, per invocare la sua protezione sui propri figli.

Abbiamo questa preziosa e cara immagine con il titolo della "Madonna della Consolazione, ma solo poche persone possono inginocchiarsi davanti a Lei e con devozione recitare una "Ave Maria", perché è preferibile custodirla gelosamente in segreto come un tesoro molto prezioso. "A che serve un tesoro, se non possiamo nemmeno vederlo e contemplarlo con ammirazione? Sarebbe come non avere niente!!!



Pescaglia 15 / 10 / 2013

lunedì 14 gennaio 2013

ATTENZIONE ALLE "CURVE"!!



  Da diversi anni, da quando facevo il camionista e durante i viaggi in macchina avevo osservato che lungo la strada vedevo cappelle che mostravano una immagine della SS. Vergine Maria, circondata da mazzi di fiori lasciati lì, forse come un'offerta per qualche “grazia ricevuta”. Alcune erano molto ben costruite e adornate, come se fossero tanti piccoli altari con diverse candeline accese. A volte anch’io mi sono fermato e ho pregato. Recitando un’”Ave Maria” ho invocato la sua materna protezione su di me e sulle persone che si trovano tutti i giorni sulle strade durante il loro lavoro, perché possano tornare alle loro case e riabbracciare mogli e figli.Io penso però che ci deve essere uno scopo per cui sono nate tante di queste, così dette “Cappelline” in varie località. Sinceramente qualche persona è passata per quella strada una volta, due volte: automobilista e camionisti, e hanno avuto qualche “visione divina” che li ha salvati da un pericoloso incidente stradale.Mi sembra abbastanza chiaro affermare questo, perché le “Cappelline” si incontrano sempre sulle strade di montagna, dietro una curva, che possiamo chiamare pericolosa, quasi come un segnale di pericolo. Uno sta percorrendo una strada, in mezzo al verde del “bosco”, osservando il paesaggio sottostante che via via si scopre fra una siepe e l’altra, ed ecco una curva ci fa improvvisamente guardare la strada. Ma alle volte qualcuno non ce l’ha fatta ed ecco una frenata improvvisa,ma inutile!
Quel poveraccio è caduto in una fossa, o peggio in un dirupo. Sicuramente in quel momento ognuno guarda verso il cielo e.. “Chi cerchiamo per primo?.. “La Madonna!!! È naturale...È istintivo... Così qualcuno si è ricordato di essere stato “miracolato”, è ritornato sul posto e ha collocato sul tronco di un piccolo albero unì immagine della “Madonna che crede lo abbia salvato, e un mazzo di fiori, certamente con una preghiera di ringraziamento. Così in diversi luoghi ora troviamo molte “Cappelline” che ci richiamano alla prudenza, come una mamma che ci fa la sua raccomandazione nel momento che partiamo per fare una bella “gita”..! Anche sulla strada provinciale di Pescaglia si trova una “Cappellina” ma questa è dedicata a “Gesù crocifisso”. È l’unica che io conosco. Può darsi che questa località era già chiamata così, per cui era logico che ci sia stata costruita una “cappellina” con il “Crocifisso”. Fino qui tutto bene.. Ma dopo diversi anni quel “Cristo” in croce ha perduto un braccio, anche se era “inchiodato” alla croce. Può darsi che avesse bisogno di essere curato e riparato da un “ortopedico”.La cosa non è stata chiara,Il braccio gli è stato tolto sì, ma non per “curarlo e attaccarlo di nuovo al corpo del “Cristo”, perché è stato trovato per terra abbandonato. Dopo una “operazione” per unirlo al crocifisso, coloro che erano soliti volgere lo sguardo verso il Crocifisso, si sono rallegrati e anche commossi da un sentimento di pietà. ma non è finita ancora la storia, perché questa volta il braccio è stato staccato ed è sparito.Chissà dove sia andato a finire.
Questa volta qualcuno se l’è portato via, forse per avere una reliquia da conservare nella propria casa come una protezione benedetta.  quasi 2 anni sembra che misteriosamente sia stato rinvenuto, si dice, a Firenze! Meno male che ancora era possibile attaccarlo di nuovo!! Così, grazie a persone di buona volontà, che con fede e devozione hanno restaurato il “Crocifisso”. Speriamo che tutti coloro che passeranno per quella strada siano accompagnati dalla sua divina benedizione e non dal desiderio di portarsi a casa qualche pezzo del suo corpo come una reliquia...

Pieve S. Stefano 15 Gennaio 2013

lunedì 1 ottobre 2012

50° DI SACERDOZIO -BUJARI - RIO BRANCO - ACRE

Don Luigi in Video: La celebrazione  del suo 50° anno di sacerdozio nella nuova chiesa parrocchiale di Bujari che ha fatto costruire  durante i 10 anni della sua missione in Acre a cui hanno partecipato quasi tutte le comunità della Zona rurale. Terminata la Messa è stato preparato per tutti i partecipanti un bel "churrasco!!! 
                           VIDEO... 


lunedì 17 settembre 2012

RICORDANDO I NOSTRI MORTI !

Passando di parrocchia in parrocchia celebro la messa alla domenica, nella Unità Pastorale di Pescaglia, e a volte nell'attesa della celebrazione della messa faccio, ogni tanto, una visita al cimitero parrocchiale per recitare una "Requiem aeterna" al Signore in suffragio dei nostri cari defunti. 
Ho notato con molta tristezza, entrando in alcuni Cimiteri, poca cura nel mantenere ordinato il terreno, il viale, intorno alle tombe: per non dire anche alcune tombe, da sembrare un Cimitero ormai abbandonato, quasi dimenticato nel tempo..! Non so quale può essere la causa di tutto questo. Una manutenzione per rendere i nostri cimiteri un poco più ordinati, da suscitare la volontà di entrare per fare una preghiera un suffragio dei nostri morti.
 Anche un fiore fresco potrebbe dare un aspetto di serenità e speranza! A me ha fatto un effetto contrario, da sentire sempre meno la volontà di entrare e nel silenzio fare una preghiera. Con questo io non voglio dire che sarebbe meglio che si visitasse più volte i cimiteri dove riposano i nostri cari defunti. Però mi  dà l'impressione che   le nostre Chiese Parrocchiali come i  Cimiteri, vadano ad essere, ogni anno, meno frequentate, per le tante preoccupazioni che ci assillano ogni giorno.
 E così anche questi vengono via via abbandonati all'incuria. Nel prossimo mese di Novembre ci prepariamo a celebrare la Memoria di tutti i nostri cari defunti.  Cominciamo ora a preoccuparci per celebrare questo "Rito" nel miglior modo e nel tempo esatto, come questo rendesse maggior onore ai nostri morti. Pertanto cominciamo a fare le dovute pulizie: lavare, ordinare, lucidare e adornare le tombe di nostri defunti con molta cura e con fiori più preziosi. Spesso lo facciamo, pensando di mostrare loro il nostro affetto , perché ci è rimasto solo questa maniera per gratificarli. O forse pensiamo che quello sia il solo modo di onorarli..
Io penso però che c'è un modo per rendere veramente omaggio ai nostri cari defunti: Ricordare il bene che ci hanno fatto, e il bene che ci hanno insegnato, testimoniato davanti a noi con la propria vita. E noi coscienti e riconoscenti continuare a operare nel bene per dare gloria di Dio e  il questo modo suffragare i nostri cari defunti.

Pieve S. Stefano 17 Settembre 2012