mercoledì 16 settembre 2009

LA FAMIGLIA ESISTE ANCORA?!

Tutti sogniamo una bella famiglia, un bel lavoro. Tutti siamo consapevoli che la famiglia oggi soffre una crisi profonda. Non c'è dubbio. Però sembra che in questi ultimi tempi sia tornata in auge nelle nuove generazioni. Alcune decine di anni fa' i giovani erano in conflitto

con i propri genitori. Non vedevano l'ora di essere maggiorenni, per andarsene di casa e farsi una vita propria. In questi ultimi tempi le statistiche rivelano, invece, che gli adolescenti incontrano nella famiglia un punto di riferimento importante. I giovani poi, all'età di 30 anni e oltre, stentano ad abbandonare l'ambiente familiare. Nonostante ciò, la famiglia continua ad essere in crisi.
I matrimoni hanno sempre più vita corta. Quando non si arriva alla separazione, all'interno della famiglia non si respira, affatto, un'aria serena e tranquilla..!

Le cronache di tutti i giorni ci riportano storie di violenze e di omicidi che avvengono all'interno delle mura domestiche. Dall'altro canto si assiste a certe debolezze di genitori che dimostrano sempre meno autorità e sono incapaci di dire"No". A volte si sentono in colpa per il poco tempo dedicato ai figli, per cui concedono loro tutto quello che chiedono.
Spesso anche le mamme hanno bisogno di lavorare, per tirare vanti la economia della famiglia. Allora i figli sono affidati alla nonna, alla zia, o alla badante: davanti alla T.V. , o ai Video-giochi e conoscono poco i loro reali desideri. Oggi i figli sono subito educati ai ritmi della vita moderna, impegnati in corsi estenuanti, con orari che si prolungano anche al pomeriggio, senza più tempo per il gioco:

necessari per lo sviluppo e il benessere di una persona. Di tutto questo, di chi è la colpa? Non solo dei genitori, ma di tutta la società, basata su culto dell'immagine.

Anche la TV. fa la sua parte: "Quanti "tele-film"presentano la famiglia tradizionale?" Forse nessuno! La famiglia cambierà, ma non può morire. Per me rimane sempre il luogo dove si apprende a praticare la convivenza sociale e politica in un clima dialogo , di confronto e di rispetto reciproco. Se vogliamo costruire un futuro, ricordiamoci

che senza la famiglia non ci saremmo noi al mondo! Nonostante tutto la famiglia è il luogo dove si sente la necessità di donare. L'amore consiste in questo: "Mettere da parte l'egoismo, per costruire qualcosa insieme". E ora voglio mandare, a coloro che leggeranno questo "Blog",un messaggio: "Come imparare il perdono in famiglia". "È difficile perdonare, soprattutto coloro che amiamo, con cui condividiamo la nostra vita. È difficile chiedere il perdono, perché richiede umiltà. Ma il perdono, donato o richiesto, fa crescere l'amore e rafforza i legami all'interno della famiglia".

Rio Branco 16 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

I GIOVANI E LA RELIGIONE

Dopo una lunga esperienza pastorale in mezzo ali ragazzi e i giovani, ho riscontrato una grande a difficoltà da parte de giovani a conciliare: “Gioventù e Religione”. Un tempo si parlava di giovani, perché era facile individuare il periodo giovanile ben definito, dove si potevano individuare storie di giovani molto simili. Con il passare degli anni è aumentata la differenza nella maniera di vivere, che ha portato a esaltare di più gli aspetti relazionali.

D'altra parte è anche possibile riconoscere nei giovani alcune grandi tendenze comuni. La religione,
e quella
cattolica in maniera più marcata, si presenta come un sistema ben articolato di credenze, ideali, norme, istituzioni e riti.

Altro, però, è la religione, altro è il vissuto
religioso dei giovani, il quale tende a non identificarsi strettamente con una religione, ed una istituzione religiosa.
Questo però implica il rischio una certa ingenuità. Tutti siamo convinti che la giovinezza è una realtà fondamentalmente ambigua, cioè aperta a sviluppi positivi e negativi,

che dipendono dal tipo di accompagnamento che il giovane avrà ricevuto. Con la crisi delle ideologie, alla fine del secolo scorso appare la crescita del bisogno religioso, che mostra fenomeni che difficilmente si possono ignorare. I giovani sono in prima linea, nel testimoniare il sentimento religioso. Ma il bisogno di spiritualità viene percepito come qualcosa di personale, che interessa l'individuo e che pertanto spetta valutare solo al soggetto. La dimensione affettiva svolge un ruolo importante nella vita e nella ricerca religiosa dei giovani. Al “Credo” (“credo o faccio questo perché é vero”), si sostituisce “il Credo” del benessere (“credo o faccio questo perché mi fa stare bene o perché sto bene con te che lo fai”).Si va da un generico bisogno di interiorità alla ricerca di una ricerca di spiritualità. Al di là di tutto ciò, io penso che è utile esaminare il tipo di rapporto
che intercorre tra nuove generazioni e la religione. Il credente è convinto che il Dio della storia sia presente ed agisca in ogni generazione, ad ogni latitudine ed in ogni cultura.
La verità è intesa come ragionevolezza di un assunto, e la religione passa in secondo piano rispetto alla risonanza emotiva che esso suscita nel soggetto. L’apertura dei giovani alla dimensione
religiosa ha consistenza qualitativa e quantitativa inedita e inaspettata; però necessita di
un’azione educativa competente e puntuale da parte della comunità adulta. La potenzialità e insieme la disponibilità attuale del mondo giovanile è marcata dall’espressione utilizzata dai vescovi italiani, che
hanno definito i giovani “talento” della Chiesa. Se tale consapevolezza, da parte degli adulti, non dovesse sfociare in un’azione efficace di “investimento”, essi non potrebbero produrre i frutti che sono in grado di dare, ed il servo fannullone sarebbe gettato la dove è pianto e stridore di denti (cf. Mt 25, 14-30).

Rio Branco 14 settembre 2009.