giovedì 30 luglio 2009

PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO


Dal primo di febbraio di questo anno 2009, per decisione del Vescovo di Rio Branco Dm Joaquin Pertiñes, ho dovuto lasciare la Parrocchia di S. Giovanni Battista di Bujarì, dove da circa 2 anni e mezzo ero stato nominato parroco dal giorno della creazione a Nuova parrocchia il 24 giugno 2006. Sinceramente mi è dispiaciuto molto, perché era il momento che cominciavo a conoscere quasi completamente tutta la parrocchia che era formata da circa 8.000 persone, comprese 20 comunità rurali. Mi piaceva molto abitare là, perché era un ambiente molto tranquillo e la notte era molto silenziosa, a differenza della città di Rio Branco. Ora io svolgi il mio lavoro pastorale, visitando e celebrando i sacramenti in 2 parrocchie a circa 40-60 km da Rio Branco, dove due diaconi permanenti sono responsabili di tutta la pastorale parrocchiale. Arrivati all'estate cominciamo le visite alle Comunità della Zona Rurale e della foresta, perché le piogge cessano e è possibile raggiungere anche quelle più distanti, che rimangono isolate anche 3-4 mesi all'anno. Così per la prima volta nella nuova parrocchia di San Lorenzo ho fatto questo mio viaggio missionario in una Vasta area rurale con il nome: "Tocantin". È una grande Area dove abitano tante famiglie di agricoltori. Sono partito venerdì molto presto per raggiungere la prima comunità che mi aspettava per la celebrazione della messa. Dopo 50 km di strada asfaltata ho cominciato il mio viaggio sulla strada sterrata e con 25 km di strada sono arrivato alla piccola chiesetta della comunità. La gioiosa accoglienza mi ha fatto dimenticare le "vecchie Comunità" di Bujari a cui ero molto affezionato. Così da lì sono cominciate le visite e la celebrazione in 5 comunità sparse in quella grande Area agricola. Consumando i pasti e fermandomi a dormire presso le famiglie che mi hanno ospitato, ho potuto conoscere meglio il loro lavoro e le attività che più li impegnano nelle attività agricole e i problemi che lamentano per le difficoltà di trasporto che affrontano per il collegamento con il centro del municipio.

Parrocchia S. Lorenzo Vila do "V"
18 agosto 2009

sabato 25 luglio 2009

Immigrati o clandestini?

Da diverso tempo leggo sui giornali la “Storia del fenomeno dell'immigrazione” verso l'Italia dai paesi dell'Est-europeo e dal Marocco. Un tempo molti lavoratori stagionali provenienti dal Marocco, approdavano alle spiagge della nostra Penisola, accolti con molto
piacere da “Industrie alimentari” che approfittavano, con lo sfruttamento della mano d'opera straniera, di accrescere la propria economia, senza incorrere in sanzioni legali contro i diritti dei lavoratori, obbligandoli a lavorare 12-14 ore al giorno. In questi ultimi anni si è dato l'allarme da ogni “pulpito”, denunciando invasioni di clandestini, che vengono a togliere il lavoro ai nostri concittadini e che danno origine a problemi di convivenza e di sicurezza, indicandola, nella maggioranza dei casi, come la causa di immigrazione di persone che hanno avuto problemi con la giustizia nel proprio paese. Cosicché, se succede un reato qualsiasi, si indaga subito in mezzo a quegli immigrati che sono sbarcati sulla nostra Penisola, sospettandoli di essere

gli autori dei diversi reati, civili, o penali. Cosicché si è “suonato l'allarme” per questa invasione di numerose persone, fatte approdare sul territorio
nazionale, con false promesse di lavoro e condizioni di vita migliori. La complicità di intermediari, che si sono resi disponibili per comprare e vendere “carne umana”, né più né meno che all'epoca della
“Tratta degli schiavi”, ha fatto sì che si diffondesse questo fenomeno in maniera irregolare e scandalosamente immorale.Con il passare del tempo si è cominciato a mostrare un intolleranza verso questi ”clandestini”con episodi di razzismo. Un giovane di colore, per aver chiesto ad un uomo di fare attenzione per aver corso il rischio di essere investito dalla sua macchina, è stato aggredito insieme ad altri giovani con calci e pugni, gridando con frasi simili:”Vai via nero”, “Te lo meriti!”. Un giovane dell'Etiopia è stato aggredito da due ragazzi con la testa rasata al grido di “Sporco negro". Un marocchino che cercava lavoro a l' Atm. di Milano, è stato rifiutato, perché nella Azienda di trasporto pubblico potevano solo essere assunti solo cittadini italiani, o europei. Era sorta la proposta di riservare i vagoni della metropolitana solo ai residenti milanesi. Ora mi domando anch'io, se ancora c'è rispetto per la dignità umana al di là del colore , della lingua, della razza. Possiamo ora cominciare ad avere il dubbio, se anche questi immigrati sono esseri umani o no! Forse potremo cominciare a pensare che gli “indios” della foresta amzônica fossero “animali”, secondo quanto mi ha raccontato un vecchietto che visse nella foresta come “Soldado da borracha”, poiché ogni volta che li incontrava tutti tinti e seminudi li scambiava per animali selvatici e li uccideva! Ma ormai siamo davanti a un fenomeno che investe tutta la comunità internazionale e chiama alla corresponsabilità di tutte le nazioni per essere adeguatamente affrontato. Va sviluppata una politica di stretta collaborazione tra i paesi da cui partono i migranti e i Paesi in cui arrivano.Tutti i paesi “ricchi” sono responsabili dei disagi, le sofferenze e le aspirazioni che accompagnano queste persone e devono farsi carico dei disagi che questi migranti vivono. Voglio terminare con una frase della Sacra Scrittura che dice a proposito della vita tranquilla e stabile e sicura che il Popolo di Israele viveva dopo la sofferenza vissuta per molti anni nella schiavitù dell'Egitto: “ Ricordati, o mio popolo, di quando eri schiavo in Egitto, quando eri oppresso da uno sfruttamento disumano e Dio ebbe pietà di te e tu guidò verso la libertà e il possesso della Terra promessa”.

Rio Branco 25 luglio 2009