mercoledì 16 settembre 2009

LA FAMIGLIA ESISTE ANCORA?!

Tutti sogniamo una bella famiglia, un bel lavoro. Tutti siamo consapevoli che la famiglia oggi soffre una crisi profonda. Non c'è dubbio. Però sembra che in questi ultimi tempi sia tornata in auge nelle nuove generazioni. Alcune decine di anni fa' i giovani erano in conflitto

con i propri genitori. Non vedevano l'ora di essere maggiorenni, per andarsene di casa e farsi una vita propria. In questi ultimi tempi le statistiche rivelano, invece, che gli adolescenti incontrano nella famiglia un punto di riferimento importante. I giovani poi, all'età di 30 anni e oltre, stentano ad abbandonare l'ambiente familiare. Nonostante ciò, la famiglia continua ad essere in crisi.
I matrimoni hanno sempre più vita corta. Quando non si arriva alla separazione, all'interno della famiglia non si respira, affatto, un'aria serena e tranquilla..!

Le cronache di tutti i giorni ci riportano storie di violenze e di omicidi che avvengono all'interno delle mura domestiche. Dall'altro canto si assiste a certe debolezze di genitori che dimostrano sempre meno autorità e sono incapaci di dire"No". A volte si sentono in colpa per il poco tempo dedicato ai figli, per cui concedono loro tutto quello che chiedono.
Spesso anche le mamme hanno bisogno di lavorare, per tirare vanti la economia della famiglia. Allora i figli sono affidati alla nonna, alla zia, o alla badante: davanti alla T.V. , o ai Video-giochi e conoscono poco i loro reali desideri. Oggi i figli sono subito educati ai ritmi della vita moderna, impegnati in corsi estenuanti, con orari che si prolungano anche al pomeriggio, senza più tempo per il gioco:

necessari per lo sviluppo e il benessere di una persona. Di tutto questo, di chi è la colpa? Non solo dei genitori, ma di tutta la società, basata su culto dell'immagine.

Anche la TV. fa la sua parte: "Quanti "tele-film"presentano la famiglia tradizionale?" Forse nessuno! La famiglia cambierà, ma non può morire. Per me rimane sempre il luogo dove si apprende a praticare la convivenza sociale e politica in un clima dialogo , di confronto e di rispetto reciproco. Se vogliamo costruire un futuro, ricordiamoci

che senza la famiglia non ci saremmo noi al mondo! Nonostante tutto la famiglia è il luogo dove si sente la necessità di donare. L'amore consiste in questo: "Mettere da parte l'egoismo, per costruire qualcosa insieme". E ora voglio mandare, a coloro che leggeranno questo "Blog",un messaggio: "Come imparare il perdono in famiglia". "È difficile perdonare, soprattutto coloro che amiamo, con cui condividiamo la nostra vita. È difficile chiedere il perdono, perché richiede umiltà. Ma il perdono, donato o richiesto, fa crescere l'amore e rafforza i legami all'interno della famiglia".

Rio Branco 16 settembre 2009

lunedì 14 settembre 2009

I GIOVANI E LA RELIGIONE

Dopo una lunga esperienza pastorale in mezzo ali ragazzi e i giovani, ho riscontrato una grande a difficoltà da parte de giovani a conciliare: “Gioventù e Religione”. Un tempo si parlava di giovani, perché era facile individuare il periodo giovanile ben definito, dove si potevano individuare storie di giovani molto simili. Con il passare degli anni è aumentata la differenza nella maniera di vivere, che ha portato a esaltare di più gli aspetti relazionali.

D'altra parte è anche possibile riconoscere nei giovani alcune grandi tendenze comuni. La religione,
e quella
cattolica in maniera più marcata, si presenta come un sistema ben articolato di credenze, ideali, norme, istituzioni e riti.

Altro, però, è la religione, altro è il vissuto
religioso dei giovani, il quale tende a non identificarsi strettamente con una religione, ed una istituzione religiosa.
Questo però implica il rischio una certa ingenuità. Tutti siamo convinti che la giovinezza è una realtà fondamentalmente ambigua, cioè aperta a sviluppi positivi e negativi,

che dipendono dal tipo di accompagnamento che il giovane avrà ricevuto. Con la crisi delle ideologie, alla fine del secolo scorso appare la crescita del bisogno religioso, che mostra fenomeni che difficilmente si possono ignorare. I giovani sono in prima linea, nel testimoniare il sentimento religioso. Ma il bisogno di spiritualità viene percepito come qualcosa di personale, che interessa l'individuo e che pertanto spetta valutare solo al soggetto. La dimensione affettiva svolge un ruolo importante nella vita e nella ricerca religiosa dei giovani. Al “Credo” (“credo o faccio questo perché é vero”), si sostituisce “il Credo” del benessere (“credo o faccio questo perché mi fa stare bene o perché sto bene con te che lo fai”).Si va da un generico bisogno di interiorità alla ricerca di una ricerca di spiritualità. Al di là di tutto ciò, io penso che è utile esaminare il tipo di rapporto
che intercorre tra nuove generazioni e la religione. Il credente è convinto che il Dio della storia sia presente ed agisca in ogni generazione, ad ogni latitudine ed in ogni cultura.
La verità è intesa come ragionevolezza di un assunto, e la religione passa in secondo piano rispetto alla risonanza emotiva che esso suscita nel soggetto. L’apertura dei giovani alla dimensione
religiosa ha consistenza qualitativa e quantitativa inedita e inaspettata; però necessita di
un’azione educativa competente e puntuale da parte della comunità adulta. La potenzialità e insieme la disponibilità attuale del mondo giovanile è marcata dall’espressione utilizzata dai vescovi italiani, che
hanno definito i giovani “talento” della Chiesa. Se tale consapevolezza, da parte degli adulti, non dovesse sfociare in un’azione efficace di “investimento”, essi non potrebbero produrre i frutti che sono in grado di dare, ed il servo fannullone sarebbe gettato la dove è pianto e stridore di denti (cf. Mt 25, 14-30).

Rio Branco 14 settembre 2009.

giovedì 27 agosto 2009

EMIGRANTI IN TERRA STRANIERA

Leggendo la notizia del naufragio di emigranti che sono morti davanti al rifiuto di soccorso davanti alla
morte che hanno incontrato, è il medesimo modo
di agire per difendere il proprio bene, combattendo con tutti i mezzi, anche provocando la morte per l’ invasore. Per me è come una guerra, simile a quelle che si combattono fra popolo e popolo, nazione contro nazione. In mare davanti a naufraghi non esiste nessuna legge di “guerra”.

Nessun governo è autorizzato emanare leggi contro la vita di persone inermi che stanno in pericolo di vita. Esiste una legge del mare, è ben più antica di quella codificata dai trattati. E questa legge ordina: “In mare si soccorre!”. Poi a terra saranno usate altre leggi: come il diritto di asilo, accoglienza, respingimento verso i paesi di origine. Ma la si salva! Tutti si commuovono davanti a una persona che sta per morire, e non si accaniscono contro di lei. Questo si fa anche davanti a un animale ferito che incontriamo sulle nostre strade. Invece quella barca “vuota”, come un relitto alle soglie delle nostre acque, è un esempio, come quello di altri naufraghi, che sono scomparsi in mare senza avere avuto la sorte di essere soccorsi. Oggi si rispetta rigorosamente una nuova legge del mare:
“Non fermarsi...Tirare dritto!..È la nuova legge: “Chiudere gli occhi!”
Mi sembra di vivere gli stessi momenti di vita come al tempo delle deportazione naziste. In quel tempo era possibile che nessuno vedeva, o sentiva le voci le grida e i lamenti dei deportati, perché era il totalitarismo e il terrore a far chiudere gli occhi. Oggi è una quieta e rassegnata indifferenza,
se non anche una infastidita avversione razziale.Di fronte a queste stragi di immigrati, non possiamo rimanere indifferenti. Le autorità , i governi si impegnino a far cessare questo traffico di “nuovi schiavi” che vengono venduti per lavorare sotto nuovi padroni, in cambio della possibilità di sopravvivere a una condizione di rischio di morte per fame.

Per quanto tempo, negli anni passati, emigranti stagionali entravano nel nostro paese, invitati da grande industrie alimentari, per un lavoro da schiavi, lavorando in condizioni igieniche molto difficili. Eppure in quegli anni nessuno vedeva,nessuno sentiva, ma tutti erano concordi ad accogliere questi “lavoratori”. Oggi cominciano a dar fastidio, perché reclamano rispetto dei diritti fondamentali dellapersona umana. Ma dobbiamo ricordarci tutti noi,che anche i nostri bisnonni e i nostri nonni sono stati emigranti in terra straniera. Forse alcuni di noi ancora portano nel cuorei segni di una emigrazione vissuta e sofferta, per portare a casa il pane per saziare la fame dei propri figli. Forse per l’avidità di guadagnare e possedere sempre di più, oggi non vogliamo ricordare il tempo della nostra vita passata, che potrebbe insegnarci a vivere in una società dove la solidarietà e la giustizia riuniscono tutti come fratelli e figli della stessa terra, che è madre di tutti gli uomini, che ci è stata regalata da un Dio che è l’origine e il fine della nostra esistenza.

Matrimonio a Rio Brano


Rio Branco, Città capitale dello Stato dell'Acre. Un tempo era una cittadina piccola e sconosciuta, in mezzo alla grande foresta Amazônica. Quando fu realizzato il "Gemellaggio missionario": Lucca - Rio Branco con l'invio dei primi missionari lucchesi, cominciarono ad arrivare amici e parenti dei missionari,
per conoscere l'ambiente, il clima e le persone che abitano in questa Zona nascosta del Brasile. Ritornati a Lucca hanno portato con sé un grato ricordo per l'accoglienza e l'ospitalità che hanno ricevuto, ma ancor di più per l'amicizia che alcuni giovani hanno
stretto con alcune ragazze brasiliane. Dopo poco tempo qualcuno è
ritornato, non solo, a visitare gli amici missionari, ma anche per ritrovare l'amica del cuore con il proposito di realizzare insieme il loro sogno di amore. Così da qualche tempo, con molta allegria, ogni anno circa, si è celebrato un matrimonio. Per l'occasione sono venuti amici e parenti per partecipare a questo straordinario evento. Ma non solo..! Anche un certo... Alfio Pollastrini, rimasto solo per la morte della sua sposa, pensò di fare una visita ai nostri amici missionari lucchesi a Rio Branco. Duarante questa visita conobbe Rosa e si innamorò! Dopo un tempo trascorso insieme in Italia, lei ebbe l'occasione di conoscere la famiglia di Alfio,

l'ambiente e le persone. Cosicché, ritornando a Rio Branco decisero di celebrare il sacramento del matrimonio nella chiesa della sua comunità Parrocchiale, per ricevere la benedizione del Signore.
In occasione di questo evento straordinario erano venuti da Lucca: la figlia Simona e il genero Massimo con la meravigliosa bambina Sara, e l'altra figlia Claudia con il figlio Michael. Essi sono stati anche testimoni dello
sposo al Matrimonio.

La solenne celebrazione è stata presieduta dal parroco Don Luigi Pieretti, insieme a Don Luigi Paolinelli: missionari Lucchesi a Rio Branco. Dopo la celebrazione abbiamo salutato e complimentato gli sposi, per la solenne cerimonia che è stata ben preparata e realizzata.
Dopo alcuni giorni gli sposi sono partiti alla volta di Lucca insieme ai parenti, dove hanno preso la loro residenza. Anch'io voglio augurare a Alfio e Rosa,
Serenità e pace lungo questo nuovo cammino di vita insieme e la benedizione del Signore li accompagni. "Buona strada..!.."
Rio Branco 12 settembre 2009

giovedì 30 luglio 2009

PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO


Dal primo di febbraio di questo anno 2009, per decisione del Vescovo di Rio Branco Dm Joaquin Pertiñes, ho dovuto lasciare la Parrocchia di S. Giovanni Battista di Bujarì, dove da circa 2 anni e mezzo ero stato nominato parroco dal giorno della creazione a Nuova parrocchia il 24 giugno 2006. Sinceramente mi è dispiaciuto molto, perché era il momento che cominciavo a conoscere quasi completamente tutta la parrocchia che era formata da circa 8.000 persone, comprese 20 comunità rurali. Mi piaceva molto abitare là, perché era un ambiente molto tranquillo e la notte era molto silenziosa, a differenza della città di Rio Branco. Ora io svolgi il mio lavoro pastorale, visitando e celebrando i sacramenti in 2 parrocchie a circa 40-60 km da Rio Branco, dove due diaconi permanenti sono responsabili di tutta la pastorale parrocchiale. Arrivati all'estate cominciamo le visite alle Comunità della Zona Rurale e della foresta, perché le piogge cessano e è possibile raggiungere anche quelle più distanti, che rimangono isolate anche 3-4 mesi all'anno. Così per la prima volta nella nuova parrocchia di San Lorenzo ho fatto questo mio viaggio missionario in una Vasta area rurale con il nome: "Tocantin". È una grande Area dove abitano tante famiglie di agricoltori. Sono partito venerdì molto presto per raggiungere la prima comunità che mi aspettava per la celebrazione della messa. Dopo 50 km di strada asfaltata ho cominciato il mio viaggio sulla strada sterrata e con 25 km di strada sono arrivato alla piccola chiesetta della comunità. La gioiosa accoglienza mi ha fatto dimenticare le "vecchie Comunità" di Bujari a cui ero molto affezionato. Così da lì sono cominciate le visite e la celebrazione in 5 comunità sparse in quella grande Area agricola. Consumando i pasti e fermandomi a dormire presso le famiglie che mi hanno ospitato, ho potuto conoscere meglio il loro lavoro e le attività che più li impegnano nelle attività agricole e i problemi che lamentano per le difficoltà di trasporto che affrontano per il collegamento con il centro del municipio.

Parrocchia S. Lorenzo Vila do "V"
18 agosto 2009

sabato 25 luglio 2009

Immigrati o clandestini?

Da diverso tempo leggo sui giornali la “Storia del fenomeno dell'immigrazione” verso l'Italia dai paesi dell'Est-europeo e dal Marocco. Un tempo molti lavoratori stagionali provenienti dal Marocco, approdavano alle spiagge della nostra Penisola, accolti con molto
piacere da “Industrie alimentari” che approfittavano, con lo sfruttamento della mano d'opera straniera, di accrescere la propria economia, senza incorrere in sanzioni legali contro i diritti dei lavoratori, obbligandoli a lavorare 12-14 ore al giorno. In questi ultimi anni si è dato l'allarme da ogni “pulpito”, denunciando invasioni di clandestini, che vengono a togliere il lavoro ai nostri concittadini e che danno origine a problemi di convivenza e di sicurezza, indicandola, nella maggioranza dei casi, come la causa di immigrazione di persone che hanno avuto problemi con la giustizia nel proprio paese. Cosicché, se succede un reato qualsiasi, si indaga subito in mezzo a quegli immigrati che sono sbarcati sulla nostra Penisola, sospettandoli di essere

gli autori dei diversi reati, civili, o penali. Cosicché si è “suonato l'allarme” per questa invasione di numerose persone, fatte approdare sul territorio
nazionale, con false promesse di lavoro e condizioni di vita migliori. La complicità di intermediari, che si sono resi disponibili per comprare e vendere “carne umana”, né più né meno che all'epoca della
“Tratta degli schiavi”, ha fatto sì che si diffondesse questo fenomeno in maniera irregolare e scandalosamente immorale.Con il passare del tempo si è cominciato a mostrare un intolleranza verso questi ”clandestini”con episodi di razzismo. Un giovane di colore, per aver chiesto ad un uomo di fare attenzione per aver corso il rischio di essere investito dalla sua macchina, è stato aggredito insieme ad altri giovani con calci e pugni, gridando con frasi simili:”Vai via nero”, “Te lo meriti!”. Un giovane dell'Etiopia è stato aggredito da due ragazzi con la testa rasata al grido di “Sporco negro". Un marocchino che cercava lavoro a l' Atm. di Milano, è stato rifiutato, perché nella Azienda di trasporto pubblico potevano solo essere assunti solo cittadini italiani, o europei. Era sorta la proposta di riservare i vagoni della metropolitana solo ai residenti milanesi. Ora mi domando anch'io, se ancora c'è rispetto per la dignità umana al di là del colore , della lingua, della razza. Possiamo ora cominciare ad avere il dubbio, se anche questi immigrati sono esseri umani o no! Forse potremo cominciare a pensare che gli “indios” della foresta amzônica fossero “animali”, secondo quanto mi ha raccontato un vecchietto che visse nella foresta come “Soldado da borracha”, poiché ogni volta che li incontrava tutti tinti e seminudi li scambiava per animali selvatici e li uccideva! Ma ormai siamo davanti a un fenomeno che investe tutta la comunità internazionale e chiama alla corresponsabilità di tutte le nazioni per essere adeguatamente affrontato. Va sviluppata una politica di stretta collaborazione tra i paesi da cui partono i migranti e i Paesi in cui arrivano.Tutti i paesi “ricchi” sono responsabili dei disagi, le sofferenze e le aspirazioni che accompagnano queste persone e devono farsi carico dei disagi che questi migranti vivono. Voglio terminare con una frase della Sacra Scrittura che dice a proposito della vita tranquilla e stabile e sicura che il Popolo di Israele viveva dopo la sofferenza vissuta per molti anni nella schiavitù dell'Egitto: “ Ricordati, o mio popolo, di quando eri schiavo in Egitto, quando eri oppresso da uno sfruttamento disumano e Dio ebbe pietà di te e tu guidò verso la libertà e il possesso della Terra promessa”.

Rio Branco 25 luglio 2009

sabato 13 giugno 2009

Il "Calcio" sotto shock....!



Tutto il mondo del calcio è sotto shock per i 93 milioni pagati per Cristiano Ronaldo. E naturalmente è da Barcellona
che vengono le parole più forti: «Un trasferimento da scandalo», scrive il giornale
“El Periodico”, contando quanti ospedali, quante case popolari, quante autostrade si potrebbero costruire con quei milioni dove la crisi economica
ha messo in ginocchio 4 milioni di disoccupati. «Da dove vengono

questi soldi»? È la domanda che ci facciamo tutti. Per il Barça, per tutta la Catalogna, da sempre rivali del Real e della capitale, l’irruzione a gamba tesa di Perez sul
mercato con la sua pioggia di milioni non può che suscitare preoccupazione.
Anche se lo stesso Laporta si
dichiara tranquillo, anzi «tri-tranquillo» dopo la storica tripletta Champions, Liga e Coppa di quest’anno. L’uno-due Kakà-Ronaldo, i 160 milioni di €. già spesi e gli altri 140 pronti per prendere Villa dal Valencia, poi forse Ribery dal Bayern, Xabi Alonso dal LivPer il Barça, per tutta la Catalogna, da sempre rivali del Real e della capitale, l’irruzione a gamba tesa di Perez sul mercato con la sua pioggia di milioni di €. non può che suscitare preoccupazione. Il Real esce da una cocente umiliazione: i rivali di sempre non solo hanno
realizzato lo storico “triplete”, hanno pure stracciato 6-2 al Bernabeu i bianchi del Manchester United”. Non era mai successo. Per questo, il Patron del Real si muove in fretta,

con somme mai viste sul mercato. Ha deciso di ricostruire quasi completamente la squadra, che deve subito essere in grado di puntare a sua volta al “triplete”.
Kakà ha detto: “L'arrivo di Ronaldo Cristiano ci aiuterà a vincere tutto....! “
“Con Ronaldo possiamo vincere tutto....!
Ci sono nel corso

della vita della nostra società avvenimenti storici che lasciano nella mente delle persone dei ricordi gioiosi e ricordi tristi. Questo avvenimento dentro il mercato del calcio lascerà un bel ricordo? Quando molte persone, in questo tempo di crisi mondiale, si preoccupano di assicurare una vita degna per sé, per la propria famiglia e un futuro per i propri figli?
Avvenimento storico! — “Ho fatto il mio tempo al Manchester United – aveva detto ieri il portoghese - ed è ora che guardi oltre, ad una nuova fase della mia carriera. Con 80 milioni di Sterline, è davvero lusinghiero sapere che due squadre al top vogliono che giochi per loro”. Eppure egli aveva giurato amore eterno al suo United, spiegando che il suo cuore era a Manchester e da lì non si sarebbe mai mosso.

“L'arrivo di Cristiano Ronaldo ci aiuterà a vincere tutto....”
Forse a questo punto ci si dimentica che siamo incapaci di programmare il futuro con la nostra intelligenza, con il nostro potere e con i nostri soldi.
Allora ci ripensiamo e diciamo un poco più serenamente:
Con Ronaldo possiamo vincere tutto...!” E io potrei aggiungere:
“...Con la grazia di Dio la nostra buona volontà....! Speriamo! Se per caso non accadesse la tristezza e l'umiliazione potrebbe provocare degli effetti indesiderati....!...

Rio Branco 13 giugno 2009

venerdì 12 giugno 2009

Visita a Roma

Nel mio ritorno a Lucca per un periodo di vacanza, avevo pensato di fare scalo a Roma, per visitare una famiglia di amici, con i loro tre figli, che era già molto tempo che non avevo avuto l'occasione di incontrarla. Insieme volevo anche salutare l'amica Valentina Bevilacqua, che si trovava a Roma per lavoro, e aveva fatto un viaggio per visitare Rio Branco, capitale dello Stato dell'Acre: regione a Nord del Brasile,circondata dalla foresta e da grandi estensioni di terra maggiormente occupate da grandi "Fazendas" dove pascolano centinaia di migliaia di bovini da carne e da latte. Scalando a Roma pagavo meno che venire fino a Pisa. Quando sono andato per pagare il biglietto aereo nella Agenzia, mi si è presentata una occasione più favorevole: un viaggio solo più caro di poche decine di €. fino a Pisa. Allora ho pensato di fare scalo a Pisa. Così pesai di ritornare a Roma in seguito durante il periodo di vacanza a Lucca.
Dopo pochi giorni che ero ritornato, intanto Valentina era venuta a Lucca per trascorre il fine settimana con i suoi. Ci siamo incontrati, salutandoci con un caloroso abbraccio,
poi abbiamo trascorso insieme con la sua famiglia una bellissima giornata in montagna: a "Pascoso", passeggiando e ricordando con allegria, e anche con un poco di emozione, la visita che aveva fatto a Rio Branco nella estate dell'anno scorso. Abbiamo cenato insieme con la sua famiglia, ci siamo salutati, pensando di non avere più l'occasione di incontrarci più nei prossimi giorni. Nel frattempo io sono andato a Roma per incontrare la famiglia di Miriam e Francesco,
che mi hanno fatto un immenso piacere riabbracciarli dopo alcuni anni. I bambini erano cresciuti, tanto che non li riconoscevo. Poiché Valentina lavorava a Roma, volli telefonarle per mandarle un saluto per telefono. Ella fu molto contenta di ascoltare i miei saluti, ma non fu soddisfatta.
Perciò alla fine del suo lavoro che la impegnò fino a tarda sera,volle ritornare a salutarmi e darmi un ultimo abbraccio di addio prima di ritornare a Lucca. Molto emozionati ci siamo salutati, pensando di ritrovarci... perché no?... per fare un altro viaggio nella foresta, magari cavalcando un puledro di qualche cavaliere della "Foresta Amazonica".

Rio Branco 12 giugno 2009

martedì 9 giugno 2009

Ritorno a Lugliano

Dopo tanto tempo da quando sono stato trasferito da Lugliano a Monsagrati, dove fra conflitti e incomprensioni, ho vissuto la mia prima esperienza di lavoro come camionista presso lo "Scatolificio Corsonna di Castelvecchio Pascoli-Barga. Nonostante le difficoltà ad essere accettato in quel tempo dalle persone della parrocchia, di è risvegliata la volontà in me e nella gente la volontà di ritrovarci per raccontarci un poco delle nostre avventure della vita e la nostra storia. Per questo che ogni anno, quando ritorno a Lucca, voglio fare una visita a questi miei "vecchi" fratelli, che non hanno mai mancato di offrirmi aiuti per le necessita della mia missione. Con l'aiuto che mi hanno offerto ho potuto realizzare varie piccole iniziative per sostenere famiglie in necessità curare alcuni malati e contribuire alla costruzione della chiesa parrocchiale. Sono stato molto felice di incontrare la vecchia "nonna Elda" che mi ha sempre aiutato nel tempo che mi trovavo a Lugliano. Essa ora, ormai molto avanzata in età: 91 anni, mi aspetta sempre per darmi un materno abbraccio, con una raccomandazione come fosse mia mamma: "Stai attento alla tua salute, guardati bene, torna via, perché alle fine tu ci muori in quelle terre!". Ho salutato tutti, uomini e donne, con molto piacere. Sono stato contento di essere stato ospite della famiglia di Citti Enrico e Maria Teresa, con una nipotina che ha voluto dormire in camera con me..! Nella famiglia di Citti Èlia insieme alla "nonna Elda", mi sono sentito come a casa mia insieme alla numerosa famiglia del nipote Alessandro con la sua sposa Maddalena. Ricordando Viviana Citti, voglio pregare il Signore, perché aiuti la sua volontà a continuare a lottare per difendere la sua salute, molto pregiudicata da un male che la tormenta da diversi anni. Intanto io sto già pensando di ritornare a trovare queste persone, la prossima volta che ritornerò in Italia, per passare un tempo serenità, per l'amicizia che continuano ad offrirmi con grande generosità.
Rio Branco 09 giugno 2009

Amici ritrovati...!

Dopo essere arrivato in Italia per un periodo di vacanza, mi sono riposato qualche giorno per la stanchezza del lungo viaggio e per la differenza del fuso orario. Ho cominciato a visitare gli amici che mi aspettavano per salutarmi e per conoscere la mia esperienza missionaria. Per prima cosa ho visitato la famiglia di Marilene e Andro con il figlio Anderson di appena un anno, insieme alla sorella Nayara, venuta da Rio Branco, per trascorrere tre mesi in Italia con la sorella Marilene. Alcuni giorni dopo mi hanno invitato gli amici: Lucia Altamura e Marco Francesconi, ad una cena a Viareggio, con altri tre amici, dove ho passato una piacevole serata in loro compagnia respirando un poco di aria marina. Avrei voluto fare un piacevole bagno nell'acqua del mare, ma non è stato possibile, dato che la stagione era ancora abbastanza fredda. Infine mi sono ricordato di andare a trovare katiuscia Giannecchini. Era già molto tempo che non avevo più notizie di lei. Avevo scritto diversi messaggi, ma non avevo avuto risposta. Finalmente una sera sono arrivato a casa sua, ho incontrato tutta la famiglia riunita e ho potuto ammirare la bellissima figlia: Viola, che mi ha fatto molto divertire con la sua vivacità e il suo sorriso. Abbiamo consumato la cena insieme con suo marito Francesco e un'amica di Katiuscia: Stefania Mariggio, che ha espresso il desiderio di fare un viaggio fino a Rio Branco, per visitare alcuni luoghi di questa Zona selvaggia e misteriosa della Foresta Amazonica, e percorrere in canoa i piccoli fiumi che si snodano dentro il verde della foresta come grandi serpenti d'acqua, per congiungersi poi, tutti insieme, con il grande fiume del "Rio delle Amazoni"

Rio Branco 09 giugno 2009

lunedì 8 giugno 2009

Ricordando un amico!

Ogni anno sono solito ritornare al mio paesello per passare un periodo di vacanza per incontrare parenti e amici e per respirare un poco di aria nativa. Lo faccio per ridare un poco di ossigeno ai miei polmoni e rinfrancare le mie forze e riposare le mie membra fiacche per il clima tropicale che vivo in questa Zona del Brasile. Prima di ritornare penso agli amici da incontrare e i parenti da salutare. Fra le persone che desideravo incontrare c'era Eligio Citti, un vecchio amico di quando ero giovane parroco a Lugliano (Bagni di lucca ), da diversi anni molto ammalato. Purtroppo con l'aggravarsi del male incurabile che lo aveva colpito in questi ultimi anni, è morto alcune settimane prima che lo potessi incontrare. La notizia della morte, ricevuta dal fratello Massimo, mi riempì di grande tristezza! Subito mandai un messaggio di conforto e consolazione alla Moglie Marisa e al figlio Manuel, che mi rispose ringraziandomi tanto e comunicandomi che aveva anticipato il suo matrimonio per dare al babbo la consolazione di partecipare a questo momento solenne della propria vita. Non ce l'ha fatta! Io non sono arrivato in tempo per salutarlo. Ma la sorte ha voluto che io arrivassi a Lucca il giorno prima del matrimonio, che ormai era già tutto preparato. Ho fatto loro una sorpresa! Non mi aspettavano... Non sapevano nulla.... Ma per la mamma Marisa, il figlio Manuel e la sposa Alessandra con i parenti e gli amici, vedermi in chiesa alla celebrazione del matrimonio, è stato un momento di grande gioia. Io sono stato molto felice di benedire questi sposi, consolando la moglie Marisa e lasciando un buon ricordo di Eligio per il figlio Manuel e la sua sposa Alessandra.

Rio Branco 08 giugno 2009