giovedì 16 ottobre 2008

I BAMBINI SOLDATO E L'ISTRUZIONE


Sono più di 300.000 i minori di 18 anni attualmente impegnati in conflitti di guerra nel mondo.Centinaia di migliaia hanno combattuto nell'ultimo decennio, alcuni negli eserciti governativi, altri nelle armate di opposizione. La maggioranza di questi hanno da 15 a 18 anni ma ci sono reclute anche di 10 anni e la tendenza che si nota è verso un abbassamento dell'età. Decine di migliaia 

corrono ancora il rischio di diventare soldati. Il problema è più grave in Africa

dove si parla di 

120.000 soldati con meno di 18 anni. In in Asia e In America parecchi stati reclutano minori nelle loro forze armate. Negli ultimi 10 anni è documentata la partecipazione a conflitti armati di bambini dai 10 ai 16 anni in 25 Paesi. Alcuni sono soldati a tutti gli effetti, altri sono usati come "portatori" di munizioni, vettovaglie ecc. 

e la loro vita non è meno dura e a rischio dei primi. Alcuni sono regolarmente reclutati nelle forze armate della propria nazione, altri fanno parte di armate di opposizione ai governi. In ambedue i casi sono trattati brutalmente e puniti in modo estremamente severo per gli errori. Una tentata diserzione può portare agli arresti e, in qualche caso, ad una esecuzione sommaria.

Anche le ragazze, sebbene in misura minore, sono reclutate e frequentemente

 soggette allo stupro e a violenze sessuali. In Etiopia, per esempio, si stima che le donne e le ragazze formino fra il 25 e il 30 per cento delle forze di opposizione armate. Anche nella storia passata i ragazzi sono stati usati come soldati, ma negli ultimi anni questo fenomeno è in netto aumento perché è cambiata la natura della guerra, diventata oggi prevalentemente etnica, religiosa e nazionalista. I "signori della guerra" che le combattono non si curano delle Convenzioni di Ginevra e spesso considerano anche i bambini come nemici. L'uso di armi automatiche e leggere ha reso più facile l'arruolamento dei minori.  Si dice che alcuni ragazzi aderiscono come volontari. Per lo più lo fanno per sopravvivere, perché c’è di mezzo la fame o il bisogno di protezione. Nella Rep. Democratica del Congo, per esempio, nel '97 da 4.000 a 5.000 adolescenti hanno aderito all'invito, fatto attraverso la radio. Un altro motivo può essere dato da una certa cultura della violenza o dal desiderio di vendicare atrocità commesse contro i loro parenti o la loro comunità.  Una ricerca mostra come la maggioranza dei ragazzi, non chiedono paghe, e si fanno indottrinare e controllare più facilmente di un adulto, affrontano il pericolo con maggior incoscienza (per esempio attraversando campi minati, o intrufolandosi nei territori nemici come spie. Mai più un kalashnikov imbracciato da un bambino!  L'unica 'arma utile' ad  assicurare un futuro  a 37 milioni di bambini che ancora non possono andare a scuola a causa


delle guerre, è l'istruzione.
Eppure nel 2007 i Paesi in guerra hanno speso 17,8 miliardi di dollari in armi, tre volte quanto necessario per garantire
 l'istruzione primaria ai propri bambini, mentre i Paesi del G8 -Italia compresa- detengono l'84%  delle esportazioni di armi nel 
mondo.  La campagna: 'Riscriviamo il futuro',  in due anni ha garantito
 un'istruzione 

di qualità a 6 milioni  di bambini che vivono in nazioni colpite o reduci da conflitti armati, e punta a raggiungere quota 8 milioni entro il 2010. 'Se veramente abbiamo a cuore il futuro dei minori afflitti da guerre e le migliaia di bambini-soldato, bisogna   incrementare gli investimenti nell'istruzione. Ancora oggi almeno 250.000 minori  sono impiegati come soldati, spie, facchini, cuochi, arruolati in eserciti non governativi in almeno 24 nazioni: bambini costretti non solo a commettere, ma anche a subire violenze. Noi tutti siamo responsabili per la mancata istruzione per i nostri ragazzi. Essi un giorno ci condanneranno per non aver fatto loro conoscere il valori della giustizia, della fraternità e della pace, che sono le basi della convivenza umana .

   Bujari 16 ottobre 2008



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